Crollo al ristorante Miralago di Montefiascone, in provincia di Viterbo. Per il perito della procura i lavori di ampliamento del locale sono iniziati “senza alcun progetto geotecnico, senza che sia stata adottata alcuna precauzione e in condizioni di palese insicurezza”.
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Il perito: “Crollo al ristorante Miralago? Si poteva evitare”
L’ingegnere Rodolfo Fugger non ha dubbi: “La prevedibilità della frana era evidente”. Lo ha scritto nelle 39 pagine della relazione di cui è stato incaricato dopo la frana che il 18 giugno 2023 ha travolto il ristorante di via Bandita provocando la morte del titolare Paolo Morincasa e il ferimento del cuoco.
Per Fugger, che parla di “omissione tecnica” e “imperizia”, “la prevedibilità della frana era evidente”. “Un tecnico dotato delle minime competenze necessarie per progettare e condurre questo tipo di lavori avrebbe capito e previsto che non si poteva scavare in aderenza al confine sud-ovest della cantina, poiché così facendo avrebbe rimosso il necessario sostegno alla volta della stessa cantina provocandone l’inevitabile crollo”.
Fugger non ha dubbi sul crollo in provincia di Viterbo
“L’impresa degli scavi e il direttore dei lavori Ferri – ha ricostruito – si avvedono di aver provocato un varco di un metro quadrato circa sulla parete della volta soprastante il solaio della cantina. In quel momento era quindi evidente il rischio che tutto il materiale soprastante il solaio/soffitto potesse in tempi brevissimi perdere la residua consistenza e crollare clamorosamente a terra, travolgendo il solaio/soletta e le persone che casualmente si trovavano la sotto, come accaduto proprio nella tarda mattinata del 18 giugno”.
“I lavori non erano conformi alla normativa di settore – ha affermato Fugger -. La comunicazione di inizio lavori è stata presentata più di 11 mesi dopo il termine di 12 mesi fissato dalla delibera di approvazione della variante di piano regolatore, quindi la Scia è decaduta”.
“La Scia non era neanche corredata del necessario progetto strutturale approvato dal Genio civile: fu oggetto di richiesta di integrazione da parte dell’ufficio, alla quale non è mai stata data risposta, dando luogo all’archiviazione della pratica non essendo il progetto utile alla realizzazione di qualsivoglia opera. La Scia non era neanche corredata dei necessari titoli autorizzativi per iniziare i lavori e il progetto è palesemente carente”.