Ha raccontato di aver subito violenze sessuali, percosse, di essere stata sequestrata per 24 ore da due uomini il 23 dicembre del 2021. E per quei fatti è stato celebrato un processo a carico di un 37enne e un 26enne di nazionalità africana, i quali, però, hanno smentito di essere stati gli autori. Hanno raccontato di essere del tutto estranei a quelle accuse e di non aver mai usato violenza contro una donna.
La ricostruzione della vittima
Una versione quella dei due indagati che ha convinto i giudici che si sono pronunciati con una sentenza di assoluzione. Eppure la vittima aveva denunciato quanto le era successo nel parco del Torrione, a Pigneto, e ha avuto bisogno anche delle cure mediche che le sono state somministrate in ospedale. I referti parlano chiaro, come riporta Il Messaggero, la donna aveva subito un trauma emitorace sinistro, addominale e un trauma da stress per la violenza subita.
La ricostruzione della presunta vittima dell’aggressione aveva parlato di minacce con un coltello, botte e abusi da parte di uno dei due mentre l’altro faceva da palo, ma anche del furto di un cellulare e 400 euro. Per quanto avrebbe anche sottolineato di non essere stata completamente lucida al momento dei fatti, perché sotto l’effetto di stupefacenti.
Un testimone e gli esami del Dna fanno vacillare le accuse
Ma la versione della donna ha iniziato a vacillare, quando in aula è arrivato un testimone. Un uomo che avrebbe assistito ai fatti e che ha raccontato di aver visto la donna in compagnia dei due, ma che tutti e tre stavano facendo uso di droghe e che, quando si è reso conto che la donna non stava bene, ha chiamato il cugino per farla venire a prendere. Ma la versione di questo fantomatico cugino non è mai stata sentita, visto che si è reso irreperibile. Un altro elemento che ha messo fortemente in dubbio la versione della presunta vittima: sugli indumenti della donna non sono state trovate tracce di Dna compatibili con un abuso sessuale.
I due indagati si sono dichiarati estranei ai fatti
I due presunti aguzzini, invece, hanno reso una versione completamente diversa. Hanno raccontato di aver raggiunto il parco dove si trovava la donna che dormiva e che insieme hanno consumato droga, mentre il cellulare è stata lei stessa a venderlo a uno dei due a 40 euro, ma anche di non aver violentato la donna. ‘Non abbiamo fatto niente’ hanno ripetuto in più occasione i due uomini. E i magistrati gli hanno creduto e, nonostante la richiesta della pubblica accusa di condanna a due anni e sei mesi, per il presunto stupro si sono pronunciati con un assoluzione con formula piena.