Storie di stupri all’interno di un campo rom. Questa è la testimonianza di una ragazza, che nei primi anni adolescenziali ha subito violenze sessuali da parte del proprio padre. In una realtà fatta principalmente di omertà e di terrore verso il “capo famiglia”, la denuncia della giovane è stata in primis tradita dai propri familiari: la mamma, la nonna e una sua amica hanno negato che si siano verificati i fatti denunciati.
Denuncia le violenze sessuali subite nel campo rom dal padre: nessuno crede alla ragazza
In un racconto che potrà essere confermato o smentito solo dalle indagini della Procura, la ragazza ugualmente racconta la sua versione dei fatti. Era infatti bambina quando sono cominciate le violenze sessuali, come sottolinea anche Il Messaggero con un articolo di oggi. Aveva appena 8 anni, quando sono iniziati gli stupri ai suoi danni da parte del padre, che in quelle occasioni era puntualmente ubriaco.
Anni di violenze subite dalla ragazza: dove sta la verità?
Lei racconta. Oggi ha 19 anni, quel terrore lo avrebbe vissuto almeno fino al 2017, quando teneva ancora 13 anni. Di quegli episodi, però, nessuno nella famiglia ricorda e tantomeno le crede. Anzi, i suoi familiari stretti credono nella totale innocenza dell’uomo, in una dinamica che ormai troppo spesso si ripete puntualmente all’interno delle comunità rom in episodi analoghi.
La difesa del padre: “Le ho solo toccato il seno per gioco”
Se qualcuno le crede, al momento, forse è proprio chi sta indagando sulla vicenda a sfondo sessuale. Sempre prendendo la fonte de Il Messaggero, la madre avrebbe detto come “la figlia gli ha raccontati degli episodi nel 2020, quando gli espose di come il padre gli toccò il sedere”. Versione confermata in Tribunale dallo stesso uomo, che dirà come “gli toccò diverse volte il seno per gioco”. Resta da capire se, quel “gioco”, sia degenerato anche in abusi sessuali.