La società è cambiata, questo è un dato di fatto. Non sta a me giudicare se in meglio o in peggio, ma è certo che con lei si sono modificate priorità, atteggiamenti, cultura e anche malattie.
Quando si parla di DCA, meglio detti disturbi del comportamento alimentare, comunemente si pensa ad anoressia e bulimia, due drammi antichi ma comunque attuali. Negli ultimi decenni però, sono state scoperte altre patologie che rimango meno note e per questo meno riconoscibili. Non voglio essere troppo “tecnica” – anche perché non ne ho le competenze – ma desidero parlarvi e spiegarvi nel modo più semplice possibile, per questo vi racconterò di Giada e Sara.
Giada è una laureata in Scienze Politiche, un lavoro saltuario come la maggior parte dei giovani italiani, 27 anni, da tre vive cercando ossessivamente la perfezione fisica. Tutta la sua vita sembra ruotare intorno sport, alimentazione sana, allenamenti estenuanti volti a tonificare e scolpire la muscolatura. Ogni altro interesse sembra essere sparito. Tutti i pomeriggi si reca in palestra e non ne esce prima di due ore e mezza. Qualsiasi impedimento che la porti a non allenarsi viene vissuto come un vero dramma e per questo ogni qual volta che qualcosa si mette tra lei e lo sport, fa di tutto o per spostare l’impegno o per allenarsi ad orari differenti; anche svegliandosi alle 4:30 del mattino. Spesso si ritrova davanti allo specchio cercando difetti da plasmare, raramente è soddisfatta del suo aspetto, nemmeno nei momenti di massima forma fisica. Vuole sempre di più, vuole che il suo corpo sia sempre più tonico e definito. Giada soffre da tre anni di vigoressia femminile e solo da qualche mese, solo dopo aver avuto un collasso dovuto ad un sovrallenamento, ha deciso di farsi aiutare.
Sara ha 32 anni, l’attività fisica è alla base della sua esistenza e da qualche anno prova una paura che non avrebbe mai pensato potesse esistere; quella nei confronti del cibo impuro. Sara prova timore nell’ingurgitare qualsiasi cosa che non faccia parte della sua sfera “dei cibi sani”. Quando accade, quando è costretta a mangiarli, ovviamente, prevalgono in lei forti sensi di colpa che la portano a successivi estenuanti giorni di detox, atti a mettere a tacere l’angoscia provocata dai cibi da lei considerati non sani.
“Tutti sanno che mangiare sano fa bene, ma un sorprendente numero di persone ha iniziato a farlo in modo ossessivo”. Questa è un affermazione di Steven Bratman, medico statunitense che per primo ha parlato della patologia che ha colpito Sara: l’ortoressia. Ossessionata dal mangiar sano, dalla ricerca spasmodica del cibo giusto, naturale, genuino, tutta la sua vita ruota intorno a questo; esercitare controllo sul cibo la fa sentire meglio con se stessa e con gli altri. Ovviamente, dietro alla ricerca di una nutrizione pura, non vi è soltanto un motivo di salute, linea, peso, massa grassa e magra, ma si nasconde qualcosa di più strutturale; Sara non cerca ossessivamente in cibo giusto, ma una risposta ad angosce, insicurezze, paure indefinibili che solo grazie a se stessa e all’aiuto di un professionista, potrà trovare.
Bratman ha presentato un test per diagnosticare l’ortoressia attraverso alcuni sintomi: una risposta affermativa ogni 4 domande classifica all’inizio della patologia, arrivando ad un livello ben più grave in caso di tutte risposte positive. Ve lo lascio qui, perché non si sa mai; perchè possiate aiutarvi, perché possiate aiutare chi amate.
- Spendo più di 3 ore al giorno riflettendo sulla mia alimentazione;
- Pianifico i miei pasti diversi giorni prima;
- La possibilità che i cibi che assumo mi facciano ingrassare è sempre più importante del piacere di mangiarli;
- Lo stato di ansia nella mia vita è aumentato da quando ho riflettuto sulla mia alimentazione;
- Sono diventata/o più severa/o con me stessa/o nei confronti del mio comportamento quotidiano e alimentare;
- La mia autostima aumenta quando mi alimento in modo corretto;
- Ho eliminato radicalmente diversi cibi che mi piacevano in favore di cibi più salutari;
- Mi riesce più difficile mangiare fuori casa, in ristoranti diversi;
- Mi sento in colpa quando non mangio in modo corretto;
- Mi sento in pace con me stessa/o e in pieno controllo quando mangio in modo corretto.
Riconoscere queste patologie non è semplice, credo che questo sia ben chiaro. Io non sono un medico né tantomeno un’esperta, ma posso dirvi con certezza che per quanto la realtà si nasconda molto bene, basta solo un pizzico in più di attenzione per comprenderla mentre si tradisce rendendo nota l’ossessione che la caratterizza. Quella, non mi stancherò mai di dirlo, non è mai sana.
A presto.
Alessandra Crinzi
Fonti:
Anticorpi. Dieta, fitness e altre prigioni – Luisa Stagi
Healt Food Junkies – Steven Bratman