L’Italia è pronta a eliminare l’obbligo della mascherina all’aperto, con la stragrande maggioranza dei territori in zona bianca. Attività aperte, turismo che cerca di riprendersi e categorie, piegate dalla crisi economica, che ora finalmente stanno “respirando”. Una situazione che sa di normalità, dopo mesi di chiusure e Dpcm che si sono rincorsi per arginare la diffusione del virus. Ma se da una parte i contagi sono in calo così come i ricoveri e le terapie intensive, dall’altra sta iniziando a preoccupare la variante Delta, meglio conosciuta come mutazione indiana, che sembrerebbe essere più contagiosa e di facile trasmissibilità.
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Dove è stata trovata la variante Delta in Italia?
Sono diverse le Regioni italiane dove si sono verificati i primi casi di variante Delta, anche se le autorità sanitarie hanno subito cercato di isolare i contagi e intervenire per non far diffondere la mutazione, per scongiurare il pericolo di eventuali focolai. Secondo il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), “entro la fine del mese di agosto la variante indiana rappresenterà il 90% dei virus in circolazione nell’Unione Europea“. Ed è proprio per questo motivo che l’Italia sta cercando di correre ai ripari accelerando la campagna di vaccinazione.
Nel nostro Paese sono 25 i casi positivi alla variante Delta individuati in Lombardia, tra Piacenza e Cremona, ma come spiega SkyTg24 “nessuno di loro era vaccinato”. Anche in Abruzzo è stata riscontrata la variante indiana (sono almeno 5 i casi) e in Campania, dove i contagi sarebbero 83, tutti registrati nei Comuni della Asl Napoli 3 Sud. La mutazione non ha risparmiato neanche la Sardegna, dove ci sarebbero per il momento 15 positivi.
Quali sono i sintomi della variante Delta?
Stando a quanto riporta il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, “la variante Delta è più trasmissibile ed entro la fine di agosto rappresenterà il 90% di tutti i virus SARS-CoV-2 in circolazione nell’Unione Europea”. E’ per questo che l’Ecdc ha ricordato che è “importante progredire con la campagna vaccinale a un ritmo serrato, con la seconda dose che va somministrata entro l’intervallo minimo”. Tutto questo per velocizzare i tempi, non farsi trovare impreparati.
Come spiega l’Adnkronos, i sintomi della variante indiana sembrano avere un impatto più forte sull’organismo. Questo vuol dire che tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, stanchezza, dolori muscolari e diarrea si possono presentare con più severità, con i tempi di guarigione più lunghi.
I vaccini sono efficaci contro la variante Delta?
La variante Delta sembra preoccupare gli esperti perché pare essere più contagiosa, ma c’è chi si domanda se i vaccini a disposizione siano efficaci o meno contro questa mutazione. Stando a uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, i sieri offrono protezione contro la variante indiana, anche se con una percentuale inferiore rispetto a quella inglese: il vaccino Pfizer offre una protezione del 79% contro la variante indiana, AstraZeneca del 60%.