Salgono i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. Dopo i primi contagi di qualche giorno fa, ora nel nostro Paese sono 6 i positivi (4 a Roma, 1 in Toscana e 1 in Lombardia): sono tutti pazienti giovani che, fortunatamente, sono in buone condizioni. Chi è ricoverato in ospedale, chi addirittura in isolamento a casa. Ma l‘allerta resta perché il primo passo è quello di arginare la diffusione del virus, scongiurare il pericolo di eventuali focolai, ora che siamo forse più pronti perché tra distanziamento e mascherine il Covid-19 qualcosa ci ha lasciato.
Chi è il quarto paziente positivo al vaiolo delle scimmie a Roma
Dopo i casi casi, i tre quarantenni ricoverati ancora all’Istituto Spallanzani, ieri nella Capitale è stato registrato il quarto positivo al vaiolo delle scimmie. Due di loro sono rientrati dalle Canarie, il terzo da Vienna e l’ultimo dalla Germania. Proprio lui, un romano nato dopo il 1981, anno in cui fu abrogata la vaccinazione contro il vaiolo umano, è in buone condizioni e si trova a casa, dove è assistito ed è in isolamento.
Il sequenziamento all’Istituto Spallanzani
“Un quinto caso, con caratteristiche cliniche e di trasmissione simile ai precedenti, è stato notificato oggi (ieri, ndr), dall’Istituto Spallanzani. I ricercatori – come hanno fatto sapere in una nota – hanno completato la prima fase dell’analisi della sequenza del DNA del Monkeypox virus dei primi tre casi di vaiolo delle scimmie osservati in Italia e seguiti presso l’istituto romano”.
Dall’analisi è emerso che i casi sono affini “al ceppo dell’Africa Occidentale, con una similarità del 100% con i virus isolati dei pazienti in Portogallo e Germania. Potremmo essere anche in Italia di fronte a un virus paneuropeo, correlato con i focolai osservati in vari paesi europei, in particolare quello delle Isole Canarie”. In ogni caso, le indagini vanno avanti e sono in corso gli accertamenti su altri casi sospetti. Fortunatamente, però, la situazione sembrerebbe essere sotto controllo: il vaiolo delle scimmie si diffonde, ma soprattutto tra contatti strettissimi, anche se l’incubazione è lunga (non meno di 30 giorni) e quindi chi ha avuto un contatto con i positivi di questi giorni dovrà essere monitorato almeno fino alla prima settimana di giugno.
Quali sono i sintomi e come si trasmette il virus
Il vaiolo delle scimmie, come ha spiegato l’ISS, è un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo, ma che si differenzia da questo per la minore diffusività e gravità. L’infezione può trasmettersi dall’animale all’uomo attraverso la saliva e altri fluidi dell’animale o con il contatto diretto. La malattia potrebbe anche diffondersi da uomo a uomo, ma come già detto è molto meno contagiosa del vaiolo umano. Si pensa, addirittura, che il virus possa trasmettersi per via orale diretto o contatto faccia a faccia prolungato, ma anche tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta o con oggetti contaminati, come la biancheria o l’abbigliamento.
Nell’uomo i sintomi più comuni sono:
- febbre
- dolori muscolari
- cefalea
- linfonodi gonfi
- stanchezza
- manifestazioni cutanee, come vescicole, pustole e piccole croste.
Con la speranza che il virus venga contenuto e che non ci siano nei prossimi giorni altri casi. Perché in Italia (e non solo) c’è ancora da combattere la pandemia, quella del Covid-19 che ancora non è stata del tutto sconfitta e sentir parlare ancora di sintomi e casi con quel bollettino quasi odierno fa ritornare indietro nel tempo.