Prima la decisione di far slittare a massimo 42 giorni la seconda dose del vaccino Pfizer, con diversi Regioni (come il Lazio) che hanno deciso da poche settimane di far fare il richiamo dopo 35 giorni, ora la possibilità di “allungare” ancora di più questo lasso temporale. Sì perché, come spiega Il Messaggero, il Governo starebbe pensando di posticipare ancora di più la seconda dose, basandosi su nuovi dati scientifici che evidenzierebbero come il Pfizer, dopo 3 mesi dalla prima somministrazione, abbia una risposta immunologica tripla rispetto ai 21 giorni previsti per il richiamo.
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Vaccino Pfizer, si deve ‘allungare’ ancora di più il tempo tra prima e seconda dose?
Armando Genazzani, membro italiano del Chmp dell’ente regolatorio europeo (Ema), alle pagine del quotidiano romano, ha dichiarato che: “il Governo si sta muovendo bene. Per ora non sappiamo l’efficacia dei vaccini se si allungano i tempi, al momento quindi conviene farlo nei tempi previsti. Esistono alcuni studi, ma non sono completati. Fra qualche mese però potremo affermarlo con certezza. Quindi, meglio che le persone che hanno fatto la prima dose completino il ciclo vaccinale”.
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Per Roberto Giacomelli, direttore di Immunologia clinica e reumatologia del Policlinico universitario Campus Bio-medico di Roma, “Noi oggi abbiamo anche qualche dato scientifico che ci deriva dall’esperienza delle altre nazioni, i nostri politici quindi sono più garantiti, ci sono dati che dicono che la protezione dopo la prima dose è abbastanza alta. Quindi si può immaginare di vaccinare più persone possibile, almeno con una dose. Anche l’ipotesi di somministrare la seconda dose utilizzando un vaccino diverso dalla prima dal punto di vista biologico non dovrebbe comportare alcun tipo di controindicazioni”.
Di diverso parere, invece, sembra essere Filippo Drago, componente della task force sul Covid della Società italiana di Farmacologia, che al Messaggero ha dichiarato che vanno rispettati i tempi: “La seconda dose va eseguita così come è stato indicato. Non si può andare oltre in modo arbitrario, dobbiamo tenere presente che c’è un problema di mancanza di dati oggi disponibili. Quindi, eseguire la seconda dose molto più in là potrebbe vanificare la copertura vaccinale”.