Dopo lo stop momentaneo negli Stati Uniti, la valutazione positiva dell’Ema e il via libera alle somministrazioni in Italia, ora si torna a parlare di nuovo del monodose Johnson & Johnson. Al centro la possibile correlazione tra il vaccino e i rarissimi casi di trombosi, proprio come era accaduto anche con AstraZeneca. A chiarire ogni dubbio ci ha pensato la casa produttrice, l’azienda farmaceutica Janseen, per la quale “un ruolo causale del vaccino è considerato plausibile”. Una nota della società concordata con l’Ema e pubblicata poi sul sito dell’Aifa.
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Vaccino Johnson & Johnson e trombosi: la nota dell’Aifa
In un nota informativa l’agenzia italiana del farmaco ha fatto il punto della situazione sul monodose americano Johnson & Johnson che, come AstraZeneca, sfrutta la tecnologia a vettore virale.
“Una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnate da sanguinamento, è stata osservata molto raramente in seguito alla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen. Un ruolo causale del vaccino è considerato plausibile” – spiega l’AIFA. “Questi casi si sono verificati entro le prime tre settimane successive alla vaccinazione e prevalentemente in donne di età inferiore ai 60 anni”. Proprio per questo motivo, in Italia, come accade per AstraZeneca, è raccomandato l’uso di questi due vaccini agli over 60.
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L’AIFA ricorda agli operatori sanitari di prestare attenzione “ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia. I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia, dopo la vaccinazione”. Tra l’altro, “la trombosi in combinazione con la trombocitopenia richiede una gestione clinica specializzata. Consultare le linee guida applicabili e/o specialisti (ad es. ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione clinica”.