Non ci sono dubbi, la terza dose del vaccino anti-Covid sarà necessaria. Se in Israele hanno già iniziato anche l’America sta imboccando la strada del terzo richiamo (per i maggiorenni). A seguirle, senza dubbi, si aggiungono adesso anche la Francia e la Germania.
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E’ emerso che la terza dose non riguarderà quindi solo le persone fragili, bensì tutta la popolazione con doppia dose del vaccino. Il richiamo andrà effettuato dopo circa otto mesi dall’ultima vaccinazione, o almeno in questi Paesi è stato datato così. L’obiettivo è sempre lo stesso: scongiurare nuovi contagi, tenendo a freno la variante Delta (e quelle che potrebbero insorgere).
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Terza dose del vaccino: lo studio della Fda
La FDA (Food and Drug Administration) statunitense ha annunciato, già da una settimana, il via libera alla terza dose; si inizierà con le persone che hanno un sistema immunitario più debole, per poi procedere con il resto dei soggetti già vaccinati.
Intanto le case farmaceutiche Pfizer e BioNTech hanno portato alla Fda i risultati dello studio circa la terza dose di vaccino da iniettare agli over 16. Nel report presentato si evince che il programma è stato di sperimentazione clinica specifico sulle tre fasi e ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l’immunogenicità. I ‘test’ sono stati condotti su soggetti over 16 vaccinati, che hanno ricevuto la terza dose dopo circa 8-9 mesi dalla seconda.
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Italia: i pareri sulla terza dose, ecco quando si dovrebbe iniziare
In Italia non è stata presa ancora nessuna decisione a riguardo, anche se il dibattito si è aperto. Per il momento si sta valutando, proprio come accaduto in America, di effettuare il richiamo per i soggetti più fragili. Attualmente comunque il Green Pass (la doppia vaccinazione) copre per circa 9 mesi, per tanto in base ai ritmi del virus e alle curve epidemiologiche si valuterà se rendere necessaria una terza dose. Sileri, sottosegretario alla salute, spera che ciò accada “in autunno per i soggetti più fragili”, anche se per ora nulla è stato deciso.
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