Se da una parte il Governo è stato perentorio e ha deciso che il vaccino AstraZeneca non dovrà essere somministrato agli under 60, la Regione Lazio dall’altra parte sembra andare controcorrente. Tra dubbi e scetticismo, con decisioni cambiate all’ultimo minuto e pareri contrastanti, sono in tanti a non voler sottoporsi al “mix” di vaccini. Questo perché, stando al parere degli esperti, chi ha ottenuto la prima dose di AstraZeneca e ha meno di 60 anni ora dovrà fare il richiamo con Pfizer o Moderna, i due vaccini a mRna. Stiamo parlando di vaccinazione eterologa, quella che mette “insieme” due sieri diversi: secondo molti questo tipo di somministrazione può avere dei vantaggi, secondo altri, invece, i dati scientifici ancora non ci sono e gli italiani ora chiedono certezze. Non più opinioni. Tra non poche polemiche e i cittadini infuriati, ora – come riporta il Messaggero – la Pisana sembra aver fatto un altro (l’ennesimo) passo indietro.
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La Regione Lazio, come spiega il quotidiano romano, sembra aver messo da parte ‘il mix di vaccini’, dando modo ai cittadini di fare il richiamo sempre con AstraZeneca. “Per la seconda dose di AstraZeneca richiederemo il consenso informato ai vaccinanti che vogliono come ultima dose lo stesso siero“ – ha dichiarato l’assessore, Alessio D’Amato. E’ così che nel Lazio, per evitare che la campagna di vaccinazione conosca una battuta d’arresto, molti potranno fare il richiamo con il vaccino made in Pomezia- Oxford, tra forze dell’ordine e docenti, nonostante la Regione abbia messo a punto nei mesi diversi Open Day con le fasce d’età che sono state allargate. Ma non solo. In tutto questo caos, anche i medici di base nel Lazio chiedono più autonoma: “Una questione da chiarire quanto prima perché il programma vaccinale prevede la chiusura dei centri e degli hub. Per la terza dose verranno da noi e dobbiamo avere un quadro più chiaro” spiega al Messaggero Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma. “Dobbiamo avere tutti i vaccini a disposizione, ma soprattutto deve cambiare il sistema in vista dei richiami. Dobbiamo essere noi medici, con esperienza e con la valutazione delle cartelle cliniche, a decidere quale vaccino destinare e a chi. Gli studi sui vaccini eterologi non sono completi a nostro avviso e le indicazioni non sono chiare – conclude il presidente Magi – in settimana speriamo si chiarisca il quadro. Noi per primi vogliamo dare garanzie ai pazienti su cos fare e come procedere. La questione si allarga già poi alle terze dosi. L’unica alternativa è far scegliere al medico curante che tipo di siero somministrare”.