E’ in programma per la prossima settimana un vertice in Procura, a Roma, in cui verrà fatto il punto sull’inchiesta ancora aperta sulla strage di Ustica. Un incontro a cui prenderanno parte, in base a quanto si apprende da fonti di Procura, il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio, quest’ultimo titolare del fascicolo. Obiettivo è valutare eventuali spazi di manovra e l’eventuale opportunità di sentire l’ex premier Giuliano Amato dopo le sue affermazioni dei giorni scorsi. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.
La svolta nella strage di Ustica: “Fu un missile francese a colpire l’aereo”
Le parole di Giuliano Amato
“Non ho ritrattato niente. Nell’intervista non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica. Ho detto che portavo avanti l’ipotesi ritenuta più credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo la verità da offrire ma il mio scopo era provocare se possibile un avvicinamento alla verità. E non ho detto a Macron di chiedere scusa ma di occuparsi della cosa: se dimostra che è infondata bene, se no deve chiedere scusa”. Così Giuliano Amato in conferenza alla sede della Stampa estera.
“La ricerca di verità da parte delle associazioni delle vittime comincia a diventare irrealizzabile perché si muore: Purgatori se ne è appena andato, era una voce importantissima, altre che hanno vissuto la vicenda se ne possono andare, visto tutti gli anni passati. Chi ha guidato un aereo potrebbe dire ‘ero io alla cloche di un aereo che quella notte era tra gli altri a ronzare attorno al Dc9′”, ha detto ancora Giuliano Amato.
“Al giovane presidente francese Macron, che aveva due anni all’epoca, chiedo che ci liberi dalla questione Solenzara (la base militare in Corsica da cui potrebbe essere partito il caccia che lanciò il missile contro il Dc9, secondo una delle piste investigative, ndr)”.
Il commento di Carlo Giovanardi
“E’ destituita da ogni fondamento l’affermazione del presidente Amato che ci fossero aerei Nato o alleati della Nato in volo la sera del 27 giugno 1980 in prossimità del Dc9 Itavia. Come ho avuto modo di illustrare dettagliatamente a nome del governo italiano al parlamento il 2 dicembre 2010, tutti i 21 aerei in volo quella sera sul mediterraneo sono stati ufficialmente identificati, sigla per sigla, e nessuno dei 21 era in zona Ustica al momento dell’esplosione del Dc9. (Fonte Quartier generale Nato di Glons Bruxelles)”. Lo ha dichiarato in una nota l’ex senatore Carlo Giovanardi.