La decisione di archiviare il “caso Lukaku” per presunta infondatezza della notizia di reato ha scatenato nuovi sviluppi nella vicenda, con gli avvocati di uno dei tifosi coinvolti che stanno ora cercando di annullare o ridurre il Daspo precedentemente assegnato.
Ululati verso Romelu Lukaku: legali degli ultras della Juve chiedono annullamento Daspo
La vicenda, legata agli insulti razzisti rivolti all’attaccante belga durante la partita di Coppa Italia tra Juventus e Inter dello scorso 4 aprile, ha visto gli inquirenti sostenere che, sebbene ci fosse discriminazione razziale nei confronti di Lukaku, questa proveniva da una “moltitudine di persone influenzate l’una con l’altra”, per un periodo ritenuto non significativo e motivato da evidenti ragioni di rivalità sportiva.
La richiesta degli avvocati dei tifosi della Juventus
Secondo quanto riportato da fonti locali come “La Provincia”, gli avvocati del tifoso juventino, un 26enne di Como, stanno ora cercando di ribaltare la sanzione disciplinare. Essi sostengono che l’assoluzione nel “caso Lukaku” dovrebbe riflettersi sulla situazione dei singoli tifosi coinvolti, e che la presunta influenza reciproca dovrebbe essere considerata nella revisione delle sanzioni.
La possibilità dell’annullamento del Daspo
La richiesta degli avvocati include la possibilità di visionare i filmati relativi all’incidente prima di eventuali decisioni finali. Inoltre, si riservano il diritto di presentare ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) qualora la richiesta di annullamento o riduzione del Daspo non dovesse essere accolta. La vicenda, che continua a tenere banco a distanza di mesi dall’episodio originario, solleva nuove questioni sulle dinamiche legali e disciplinari legate agli insulti razzisti negli stadi e sulla delicatezza di bilanciare la rivalità sportiva con la necessità di condannare comportamenti discriminatori.
Cosa succede se viene annullato il Daspo?
La richiesta di annullamento del Daspo da parte degli avvocati del tifoso juventino è una mossa che potrebbe avere un impatto significativo sulla vicenda. Se la richiesta dovesse essere accolta, significherebbe che il tifoso non sarebbe più soggetto alla sanzione disciplinare, che prevede il divieto di accesso agli stadi per un periodo di tre anni.
Il TAR chiamato a esprimersi sul caso Lukaku
La decisione del TAR, qualora fosse chiamata a pronunciarsi sulla vicenda, potrebbe creare un precedente importante per il futuro. In particolare, potrebbe chiarire se la presunta influenza reciproca può essere considerata una attenuante nella valutazione delle sanzioni disciplinari legate agli insulti razzisti negli stadi. La vicenda Lukaku, inoltre, solleva anche il tema della delicatezza di bilanciare la rivalità sportiva con la necessità di condannare comportamenti discriminatori. Da un lato, è importante che gli stadi siano luoghi di inclusione e rispetto, in cui tutti i tifosi possano sentirsi a proprio agio, indipendentemente dalla loro razza, religione o orientamento sessuale. Dall’altro lato, è anche importante che la rivalità sportiva possa essere vissuta in modo sano e rispettoso, senza che sfoci in episodi di discriminazione o violenza. La decisione del TAR, in questo senso, potrebbe fornire un importante contributo alla definizione di un equilibrio tra questi due principi.