Ucraina. Una storia di fuga e redenzione, di ricerca di un nuovo orizzonte in cui poter ricostruire una vita dalle macerie del passato. Una storia come tante ce ne sono durate un conflitto, questa è l’ennesima dall’Ucraina, ma con un lieto fine. Da Ostia a Perugia per ricominciare, questo potrebbe essere un titolo calzante. Tre insegnanti universitarie che sono riuscite a salvarsi dalle bombe e dal disastro bellico di Kiev, per ricongiungersi con le loro studentesse grazie a quello che potremmo definire un ”corridoio accademico”. Un viaggio lungo e faticoso per scampare ai bombardamenti e continuare a studiare, a trasmettere cultura. Un viaggio terminato con una meravigliosa accoglienza, grazie, soprattutto, alla generosità di tanti enti del terzo settore che si sono messi a disposizione.
Un viaggio di redenzione, per salvare la cultura e la ricerca
A raccontarcela è Stefano Galloni, direttore generale della Fondazione Roma Litorale, un ente socio-sanitario molto attivo con sede nel X Municipio di Roma che si occupa di oltre 500 bambini con disabilità intellettiva e malattie rare. “Come tanti, insieme ad alcuni partner come ‘Cibo a Costo Zero’ abbiamo avviato una raccolta alimentare e di farmaci destinati all’Ucraina. Durante l’organizzazione dell’iniziativa – continua Stefano Galloni – abbiamo avuto notizia, grazie al presidente di Confassociazioni Terzo Settore, Massimo De Meo, di un corridoio accademico umanitario che si occupa di mettere in salvo studenti e professori universitari e accoglierli in Italia per continuare il loro ciclo di studi.
La testimonianza di Stefano Galloni dalla Fondazione Roma Litorale
Da qui, poi, il desiderio forte di contribuire al salvataggio: ”In poche ore, grazie alla sensibilità di associazioni e famiglie che ospitano da anni orfani ucraini, con la disponibilità della Fondazione Roma Litorale e del presidente dell’Aps ‘Cibo a Costo Zero’ Francesco D’Agapito, abbiamo organizzato il trasferimento delle prime tre professoresse e delle loro famiglie dall’aeroporto di Fiumicino all’alloggio dedicata loro dall’Università di Perugia”.
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La scoperta di un ”corridoio accademico” da Kiev
È un corridoio importante, quello scoperto da Stefano Galloni e dalla sua Fondazione che mette al sicuro gli esponenti della cultura e della ricerca nazionale, così che possano proseguire anche le loro attività necessarie per la crescita del loro Paese. Tra i promotori di questo corridoio, c’è sicuramente la professoressa Olena Motuzenko, da anni impegnata proprio nel tessere rapporti accademici tra i due paesi e promuovere progetti di ospitalità temporanea di minori orfani ucraini. L’idea del “Corridoio universitario” è stata subito fatta propria dal Ministero dell’Università e Ricerca che ha stanziato cinquecentomila euro per prima accoglienza di docenti universitari e studenti ucraini, con borse di studio ed alloggi. “Stiamo cercando di aiutare tanti studenti dispersi e rifugiati – ha spiagato la professoressa Olena Motuzenko – in modo che possano non solo salvarsi dalla guerra e trovare riparo in Italia ma anche continuare i loro studi. La situazione è drammatica.
La collaborazione dell’Italia e delle associazioni coinvolte
“Stiamo cercando di aiutare tanti studenti dispersi e rifugiati – sottolinea la professoressa Olena Motuzenko – in modo che possano non solo salvarsi dalla guerra e trovare riparo in Italia ma anche continuare i loro studi. La situazione è drammatica. Ci siamo attivati fin dai primissimi giorni, siamo riusciti a costruire una rete, ritrovarci e fuggire a piedi, rimanendo per intere notti sotto zero senza riparo per attraversare la frontiera. Grazie a tante persone perbene abbiamo organizzato i collegamenti con l’Italia e abbiamo trovato riparo in molte università che hanno accolto ragazze e professoresse.
La cultura e l’accoglienza ci salveranno
“Come italiani siamo davvero molto fieri di quanto i nostri concittadini e le istituzioni stanno facendo per dare fattivo soccorso a chi è in difficoltà in questo momento – ha concluso poi Stefano Galloni. Anche noi siamo fieri di dare il nostro contributo grazie alla rete che stiamo sempre più ampliando con l’ingresso di associazioni di volontariato. In particolare di quelle che si occupano di progetti di ospitalità temporanea di minori, soprattutto orfani e che siamo certi sarà sempre più un riferimento per maggiori collaborazioni tra pubblico e privato”.