Donna percepisce per più di un anno la pensione d’invalidità del padre: scoperta truffa previdenziale a Marta, nella provincia di Viterbo.
Scandalo nel Comune di Marta, a Viterbo, dove una donna ha percepito per un anno la pensione d’invalidità del proprio padre indebitamente. L’uomo, infatti, dai controlli è risultato essere deceduto un anno fa. Le indagini, fatte dai Carabinieri, hanno portato alla denuncia della donna, che da oltre un anno percepiva indebitamente la pensione della persona deceduta.
Percepisce indebitamente la pensione d’invalidità del padre: la vicenda a Viterbo
Le indagini sulla truffa sono state condotte dai Carabinieri della stazione di Marta, che hanno accertato come il padre della donna, proveniente dalla Romania, disponesse di una pensione d’invalidità in Italia. Prima di morire, però, aveva voluto tornare nel proprio Paese natale, senza però che la figlia notificasse il decesso del proprio genitore alle autorità italiane. Un metodo che, nella pratica, gli ha permesso di percepire la pensione d’invalidità pur non avendone nessun diritto.
Le indagini sulla donna che percepiva la pensione del padre a Viterbo
Le indagini dei Militari sono partite da numerose segnalazioni, che evidenziavano come la donna prendesse mensilmente la pensione spettante al padre. Grazie ad accertamenti fiscali, avvenuti con l’ausilio dell’Interpol e delle autorità rumene, è emerso ai Carabinieri come il signore titolare della pensione fosse deceduto dall’Aprile del 2022. Per tutto questo tempo, la figlia avrebbe percepito indebitamente 800 euro mensili spettanti alla persona scomparsa, in una cifra che peraltro avrebbe continuato a percepire se non fosse stata scoperta dalle autorità italiane.
L’azione dei Carabinieri per bloccare la donna
I Carabinieri hanno eseguito il sequestro delle carte bancomat della donna, oltre poi a segnalare tutta la vicenda all’Inps. All’Inps è stato chiesto di bloccare immediatamente il pagamento della pensione d’invalidità, considerato come il titolare fosse morto da più di un anno. Lo stesso istituto di previdenza sociale, avrebbe aperto un contenzioso con la donna, con l’intenzione di chiedere un rimborso vicino ai 13 mila euro.