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Troppo vento, la croce si stacca dal campanile e crolla sull’auto del prete (FOTO)

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croce Longare

Il maltempo si è scagliato senza pietà anche sulla Casa del Signore. A Longare, in provincia di Vicenza, lunedì 31 luglio per il vento è venuta giù una croce dal campanile della chiesa del paese, piombata accidentalmente sull’auto del parroco.

La crisi climatica d’altronde non guardia in faccia a nessuno, così dalla torre della Chiesa di Longare, la struttura in ferro è caduta sull’auto del parrocchiano, don Paolo Facchin, distruggendo completamente il parabrezza e la parte anteriore della vettura. La macchina ha però attutito il colpo mentre la croce, nonostante la caduta, si è conservata intatta. Chissà se per fortuna o misericordia divina.

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Ironia a parte, a eccezione dell’auto danneggiata, non risultano feriti o ulteriori danni. La provvidenza ha graziato l’anziano parroco della Chiesa di Santa Maria Maddalena di Longare, ma non la vettura con cui si recava al servizio di Dio, parcheggiata esattamente sotto al campanile da cui è caduta la croce. Ancora non è chiaro se la caduta sia dipesa da una forte raffica di vento o da un fulmine, ma la croce non ha retto l’ira di madre natura.

Uno scherzo del destino, o un segno, fatto sta che l’uomo ha “accolto il fato” scherzandoci su: va bene che il Signore invita ognuno a prendere la propria croce, ma per don Paolo Facchin c’è un limite a tutto. Per i parrocchiani, però, l’accaduto potrebbe essere invece una rivelazione. Il parroco di Longare dovrà sicuramente tener conto del volere di Dio, almeno per quanto riguarda la mobilità: senza macchina dovrà recarsi in chiesa in bici, alla Don Matteo. 

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Si ride per non piangere, ma l’emergenza climatica è un fatto serissimo. Attualmente l’Italia è divisa in due, a Nord c’è lo spettro sempre presente dei nubifragi, mentre al centro-sud si combatte ancora con caldo e afa. Quello che ancora non è normale è lo sbalzo di condizione da un momento all’altro. Una serie di priorità hanno spostato il dibattito sulla crisi climatica altrove, ma è il momento di rimetterla al centro dell’agenda politica e non solo.

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