L’aveva promessa e l’ha fatta. La linea Termini-Vaticano-Aurelio, uno dei cavalli di battaglia della Giunta Gualtieri, prende forma a Roma, ma non senza polemiche di residenti e commercianti. A inizio giugno è stato pubblicato il bando per la realizzazione della linea tram che collegherà l’area della stazione fino al quadrante Ovest della città, un tracciato di 8 km che punta a raccogliere almeno 90mila passeggeri. Una rivoluzione per la mobilità capitolina che potrebbe stravolgere, però, anche la vita degli abitanti del Centro di Roma.
Se i cantieri ci sono, i lavori dovrebbero partire nel 2024, ma i commercianti di zona sono già sul piede di guerra, preoccupati che la linea possa fare tabula rasa di un’arteria importante qual è via Nazionale, soprattutto dopo anni di lockdown e crisi economica. Non sono solo le attività commerciali a poter subire delle variazioni, però, la linea non troverebbe d’accordo anche archeologici, storici e cultori delle bellezze romane, che rischiano a loro dire di essere sfigurate dall’infrastruttura della Termini-Vaticano-Aurelio.
Il tragitto della Termini-Vaticano-Aurelio
La linea Termini-Vaticano-Aurelio, congiungerà i due capolinea Termini e Giureconsulti, su via della Pineta Sacchetti, nell’Aurelio. Il progetto contempla venti fermate e attraverserà via Nazionale per un totale di cinque fermate, piazza Venezia, Torre Argentina, Corso Vittorio Emanuele e piazza della Rovere, collegando le principali fermate alle linee metro o all’ospedale Santo Spirito e l’ospedale Bambino Gesù).
L’obiettivo è collegare punti nevralgici della città, come la stazione Termini, alle aree più a Ovest, verso Battistini, permettendo a turisti e abitanti del Municipio XIII di spostarsi da e per il Vaticano. Per questo tra le fermate ci saranno anche Porta Cavalleggeri, Stazione San Pietro (da cui sarà possibile servirsi della linea ferroviaria urbana) e via Gregorio VII, con possibilità di scambio con la pista ciclabile omonima, per poi proseguire col tram verso la Circonvallazione Aurelia, Cornelia e usufruire della Metro A.
Commercianti e Confcommercio sul piede di guerra
Stando a una nota dell’assessore alla Mobilità Capitale Eugenio Patané: “Per il primo lotto i lavori partiranno i primi mesi del 2024 e dureranno 12 mesi. L’opera (da Termini ad Argentina) sarà pronta per il Giubileo”. La notizia però non trova d’accordo Confcommercio e gli esercenti interessati dalla linea. Il presidente di Confcommercio Roma, Pier Andrea Chevallard, ha scritto infatti al sindaco Roberto Gualtieri per chiedergli il rinvio del cantiere a dopo il Giubileo, per evitare ripercussioni durante l’evento.
La rabbia dei residenti del Centro
A serrare le braccia, poi, sono soprattutto gli abitanti di zona. Il tram passerebbe in una strada molto stretta, tra Palazzo Venezia, Palazzo Bonaparte e Palazzo Grazioli: la vicinanza agli edifici renderebbe difficile la convivenza quanto a rumori, traffico veicolare e smog. “Non stiamo parlando di tram comuni, di valore storico come per gli Stefer”, racconta un residente, lamentando la mancanza di valorizzazione del patrimonio storico. “Saranno più i contro i contro che i pro”, interviene un altro, “Il tram aumenterà il degrado di questa zona, dividendo la popolazione tra chi la userà e chi invece ne subirà gli effetti fastidiosi”.
Storici e archeologi contrari: “Serve uno studio approfondito”
Come dimenticare, poi, il ricco patrimonio archeologico che Roma nasconde sotto le sue strade. Per l’Associazione archeologica romana, nata nel 1902 nella Capitale, è stato possibile eccome, stando al progetto della Giunta Gualtieri. La linea Termini-Vaticano-Aurelio è prevista nell’ambito del Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile approvato dall’Assemblea capitolina nel febbraio 2022, e sviluppa una visione del sistema mobilità che deve integrarsi con i resti presenti nelle aree archeologiche, sottoposti al parere della Soprintendenza dei Beni Archeologici, con studi lunghi e approfonditi, che potrebbero minarne la riuscita.
“Un tram in via del Plebiscito? Non dimentichiamo che in quel tratto ci sono i resti di Serapide”, spiega al Messaggero per esempio la coordinatrice dell’associazione, Paola Manetto, aggiungendo: “E’ necessario uno studio approfondito, non si può creare da un giorno all’altro una rete tranviaria senza analisi, si potrebbero compromettere i reperti sotterranei”.