La Procura di Roma chiede l’archiviazione sulla morte di Lorenzo Moi: i genitori del ragazzo si oppongono a questa decisione.
La famiglia di Lorenzo Moi, il giovane investito e ucciso sulla via del Mare, chiedono verità e giustizia. Se sulla morte del ragazzo la Procura chiede l’archiviazione per l’autista di autobus che l’ha investito e l’ospedale Grassi, da cui era uscito prima di finire investito, la famiglia non è dello stesso parere. I legali dei Moi infatti insisterebbero sulle negligenze della struttura ospedaliera di Ostia, che avrebbe mandato a casa il giovane nonostante lo stato confusionale.
I genitori di Lorenzo Moi si oppongono all’archiviazione
A un anno dalla morte di Lorenzo, che perì appena 21enne, la famiglia cerca di fermare la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma. Per il pm Eleonora Fini, né l’ospedale Grassi e tantomeno l’autista dell’autobus hanno responsabilità sulla drammatica vicenda. Eppure la famiglia Moi non è dello stesso parere, sottolineando come gli operatori sanitari, con una loro maggiore attenzione verso lo stato psico-fisico di Lorenzo, avrebbero potuto evitare quella tragedia.
La psicosi di Lorenzo Moi
Lorenzo Moi era entrato in uno stato di fragilità psicologica dopo la morte del proprio nonno, cui il ragazzo era molto legato. Nonostante lavorasse come cuoco in un ristorante di Fiumicino, la sua situazione mentale continuava a peggiorare. La sera dell’11 gennaio 2023 il ragazzo viene portato all’ospedale Grassi perchè mostrava chiari segni di come non si sentisse bene, con i genitori che speravano nell’applicazione di un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) per il loro figlio.
La tragedia sulla via del Mare
Nonostante Lorenzo si trovasse in presa a una crisi psicotica, il ragazzo viene fatto uscire dall’ospedale Grassi. Tutto ciò, mentre mentalmente è ancora in un forte stato confusionale. Attraversando sulla via del Mare, viene investito e ucciso da un autobus. Pure con l’immediato soccorso dell’autista del mezzo pubblico, lo scontro è troppo violento per far sopravvivere Moi alle gravissime ferite riportate.