Mentre alcuni titolari di stabilimenti sperano ancora che il Tar possa emettere in tempi brevi la sospensiva in merito all’ordinanza del sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà che dispone la decadenza della concessione demaniale, è già arrivata una prima sentenza da parte del Tribunale Amministrativo del Lazio che, contrariamente a quanto credevano i balneari coinvolti nella querelle, ha dato ragione al Comune. Si tratta, nello specifico, dello stabilimento-ristorante “La perla nera”, situato in viale Spagna a Torvaianica. Giovedì sera il Tar si è espresso, ma l’esito si è saputo solo il giorno dopo. I giudici hanno confermato il provvedimento fatto dal Comune di Pomezia, che il 29 maggio aveva firmato l’atto finale di una diatriba che dura ormai da più di un decennio. L’amministrazione anche nel caso de “La perla nera” contesta il mancato pagamento dei canoni demaniali, dal 2007 al 2019, per un totale di circa 400 mila euro. La società dal canto suo contesta l’aumento sproporzionato dei canoni e, dopo aver pagato solo una parte, aveva presentato ricorso. Sono infatti stati pagati i canoni dal 2007 al 2015, mentre per i 4 anni successivi non è stato versato nulla, reputando troppo alti gli aumenti, specie riguardo i pertinenziali. Ma la situazione viene complicata dal fatto che sulla spiaggia è stato costruito abusivamente un bar, mentre sul lato interno è stata occupata un’area di proprietà del demanio per utilizzarla come parcheggio riservato ai clienti del ristorante e dello stabilimento, quindi sia di giorno che di sera. Anche per queste contestazioni i titolari avevano provato a mettersi in regola, presentando una domanda di sanatoria, ma il Comune aveva negato il condono, ordinando anzi l’abbattimento di 13 cabine e di altri locali costruiti abusivamente. Nel corso degli anni i ricorsi presentati dalla proprietà sono stati bocciati, compreso questo riguardante gli abusi edilizi, che hanno influito molto sulla decisione presa adesso dal Tar nella sentenza definitiva, che conferma la decadenza della concessione.
Adesso lo stabilimento, così come la parte adibita a ristorante, non potranno essere utilizzati. La spiaggia dovrà essere interdetta – come prevede l’ordinanza – delimitandola con un nastro e segnalando l’interdizione con un avviso pubblico. Al momento lo stabilimento non è ancora “transennato”. In questi giorni erano anzi stati posizionati gli ombrelloni alla distanza corretta per il rispetto della normativa Covid-19. Al di là delle “colpe” resta il dispiacere di vedere una spiaggia ampia e ben curata che – se non si trova una soluzione – resterà inutilizzata (se non da qualche vandalo) per tutta l’estate, mentre proprio quest’anno gli spazi nell’arenile sono oggettivamente pochi a causa del distanziamento sociale.