L’uomo ha sottoposto la compagna a ogni forma di abuso anche mentre era incinta.
Un orrore senza fine quello che un 28enne, originario di Nardò, nel foggiano, ha portato avanti per anni nei confronti della compagna: botte, minacce di morte, ustioni nei confronti della donna, anche quando era incinta, del figlio minore e persino del bambino appena nato.
La furia crudele di un uomo che, spesso di ritorno a casa ubriaco, non ha avuto pena della compagna nemmeno mentre aspettava un bambino. Anche di fronte alle sue suppliche, in preda alle botte e mentre gli avrebbe comunicato di aspettare, da parte del 28enne non c’è stata nessuna pietà: “Ti faccio a pezzi e ti brucio nel forno, anche se incinta”.
Violenze alla compagna incinta: cercava di farla abortire
Una sequela di violenze e abusi che dal 2019 hanno reso la vita di una donna, in provincia di Foggia, un incubo. Il suo aguzzino nientepopodimeno che il compagno, ai domiciliari dal 20 marzo 2023 e condannato a sei anni di reclusione per reati di maltrattamenti in famiglia, con lesioni aggravate verso la compagna, in gravidanza durante le aggressioni.
Episodi che avrebbero avuto origine fin dal 2019. Lui in tale occasione le avrebbe fatto uno sgambetto, cominciandola a picchiare sulla pancia, mentre lei lo pregava di fermarsi perché incinta. Dopo l’ennesima aggressione, la donna avrebbe scoperto la frattura di una tibia, di un perone, accompagnati però dalla conferma del lieto evento, a contrasto con l’orrore. Solo due mesi prima, la donna era stata picchiata in pubblico a suon di schiaffi, così forti da romperle un timpano. Nell’estate dello stesso anno, mentre questa stava friggendo delle mozzarelle, le furono lanciate sul volto e al petto dal 28enne, provocandole ustioni. Così come, in un’altra occasione, fu minacciata con le forbici dal compagno nel tentativo di costringerla a recarsi in ospedale per abortire.
Urinò addosso al figlio neonato
La notizia di un bambino non ha comunque sedato il compagno, che ha continuato a maltrattare la donna prima, durante e persino dopo la gestazione. In un’occasione le avrebbe addirittura urinato addosso, mentre teneva in braccio il neonato nato dalla relazione tra i due.
Una gravidanza travagliata, considerando che la donna, pur di sfuggire alle grinfie del 28enne, avrebbe trascorso le ultime ore prima del parto in auto, insieme al figlio più piccolo, minorenne, nato da una precedente relazione. E sarebbe stato proprio il primo figlio, al momento del parto e con la rottura delle acque, a chiedere al compagno violento di accompagnarli in ospedale. Il tutto dopo giorni trascorsi coprendosi con coperte e tappeti di fortuna, mentre la donna viveva quelle ore insieme a un bimbo in grembo e col piccolo al seguito, nel rimorchio di un trattore in un magazzino.
Visti i gravissimi episodi di violenza, la giudice che ha seguito il caso, ha così deciso di condannare il 28enne a sei anni per i gravi episodi di crudeltà, aggiungendo il risarcimento del danno.