Non si è rassegnato al termine della loro relazione ed ha iniziato a rendere la vita della ex impossibile. La rottura era dovuta proprio al carattere violento e alla troppa gelosia di lui, che dopo la separazione si sono trasformati in persecuzioni.
La donna è entrata dentro un incubo. Le chiamate e i messaggi ricevuti erano molti e arrivavano di continuo. Inutile anche bloccare il numero perché l’uomo attivava nuove utenze per continuare lo stalking nei confronti della ragazza. La donna ha anche subito aggressioni verbali e minacce di morte. Il suo ex è arrivato anche a danneggiare la sua autovettura, squarciando gli pneumatici ed incidendo una scritta sul cofano. Si presentava di continuo sul luogo di lavoro della ragazza. Trovandosi costretta a cambiarlo, l’uomo si è presentato anche sul posto del nuovo impiego.
L’ex, non rassegnatosi alla rottura dei rapporti, ha iniziato a tormentarla con continue richieste di tornare insieme sfociate, dopo il diniego, in veri e propri atti persecutori.
La donna, pertanto, dopo essere stata costretta a modificare le proprie abitudini di vita e temendo per la propria incolumità, si è rivolta agli agenti del commissariato Romanina, diretto da Laura Petroni, che guadagnata la sua fiducia hanno iniziato a ricostruire la vicenda.
Dopo aver effettuato una attenta indagine ed aver riscontrato i fatti denunciati, le risultanze investigative sono state inoltrate all’autorità giudiziaria, che ha emesso una ordinanza della misura cautelare del “divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e divieto di avere contatti di qualunque tipo con la stessa e le persone a lei legate”. Il provvedimento, nella giornata di ieri, è stato notificato all’uomo dagli stessi agenti del commissariato Romanina.
Ma ora una domanda sorge spontanea: un divieto di avvicinamento è abbastanza? Può questo provvedimento impedire all’uomo di proseguire nella sua attività di stalking?
