Roma. L’immondizia e i rifiuti sono un problema sempiterno nella Capitale, e quando la raccolta salta, ecco che intorno ai cassonetti di ogni quartiere si creano veri e proprio ecosistemi, inavvicinabili. Nei mesi estivi, ne abbiamo spesso parlato, molti erano i medici allarmati per le condizioni di scarsa igiene delle strade. Si è sfiorato letteralmente un disastro, con il caldo prorompete e i sacchetti lasciati a macerare per ore sotto il sole.
Rifiuti a Roma: un problema Capitale
Dal Centro alle periferie, la spazzatura non fa sconti, a tappeto, democratica, equa. Si può trovare di tutto all’interno dei cassonetti tracotanti e straripanti: elettrodomestici, umido, mobili per la casa e, dopo le feste, come è accaduto per Natale, molti scarti di cibo in sovrabbondanza. Certo la raccolta salta, spesso e volentieri, ma anche i cittadini alle volte fanno del loro peggio davanti al tema de rifiuti. Come nell’ultimo caso che vogliamo raccontarvi, arrivata anche questa nel corso del “mondezza tour” di Marco Doria, ex delegato all’ambiente del VI Municipio Le Torri. Questa volta la segnalazione arriva da Tor Bella Monaca, in via Via Ferdinando Quaglia.
Tor Bella Monaca: cibo in buono stato tra i cassonetti
Sono immagini che ritraggono un gesto che non ha né logica, né senso, ma solamente noncuranza e scarsa sensibilità sociale. Pane, pizzette, filoncini in ottimo stato, a giudicare dalle foto riportate, e gettati direttamente tra i rifiuti come se fossero un qualcosa di cui disfarsi senza remore. Come se a chiusura della propria attività – perché di prodotti di un’attività di rosticceria/forno si tratta, con molta probabilità – tutto il superfluo debba essere eliminato senza nessun’altra possibilità d’impiego. Non c’è nessun pensiero che vada ai più bisognosi, a chi ha necessità di un pasto per poter tirare avanti. Nessuna prospettiva sociale e nessun senso del riciclo.
La seconda vita del cibo
Anche per chi non volesse darlo in beneficenza, ci sono anche diverse applicazioni a cui potersi iscrivere, come ad esempio Too Good To Go, attraverso le quali si può vendere a prezzi convenienti il cibo avanzato di fine giornata a chi magari ha fatto tardi la sera e vorrebbe anche risparmiare qualcosa. Insomma, il pensiero e la volontà sono tutto, come sempre del resto. Gettare il cibo buono per strada è forse uno dei peccati maggiori che si possono compiere in periodi di crisi come il nostro, dove le persone perdono il lavoro addirittura e hanno difficoltà a metterlo sotto i denti, quel pezzo di pane. E poi ancora, Caritas, Associazioni, Chiese, sono davvero tantissime le possibilità. Tra le più semplice, anche quella di affiggere un cartellone davanti al locale, in cui si invita i più bisognosi a passare il giorno seguente per avere un po’ di cibo gratis. Non c’è nessuna retorica che tenga quando ci si dimentica del prossimo e di chi ha più bisogno, ogni cambiamento sociale parte sempre dal ”basso”, e proprio da qui, dal quartiere, si dovrebbe iniziare a creare un tessuto sociale forte, stabile, che sia d’esempio per tutti gli altri. Ecco le foto inviateci nella mattinata: