Per le vicende legate a Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri ha affrontato anche il carcere. Sette anni di detenzione, poi trasformati in cinque, prima in cella e poi ai domiciliari. Tanto gli costò la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa da parte dei giudici di Palermo. Ora però l’ex manager di Publitalia ha ben donde di sorridere. Stamane, informato dal suo notaio, ha appreso della parte del testamento dell’ex premier che lo riguarda. L’ex senatore, per volere Berlusconi, riceverà un lascio di ben trenta milioni di euro.
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“Sono choccato, da stamane non faccio che piangere”
Così Marcello dell’Utri all’Ansa, sopraffatto dalla sorpresa e dell’emozione. Legatissimo al fondatore di Forza Italia, non ha retto alla notizia: “Non me lo aspettavo, perché non mi doveva nulla. Per me era un fratello“, ha dichiarato. Poi l’ex politico ha aggiunto: “Da stamattina non faccio altro che piangere. Ci conoscevamo da oltre sessant’anni. Mi ha sempre aiutato. Anche all’università mi dava gli appunti“.
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Un’amicizia lunga una vita
Dell’Utri ha tenuto a sottolineare più volte che l’affetto per Berlusconi ci sarebbe comunque stato anche senza la donazione. Perciò ha ribadito la grandezza umana dell’ex Cavaliere. “Ho dato tutto a Berlusconi e lui a me“, ha affermato con la voce rotta. È stato durante gli anni degli studi in legge che i due si sono conosciuti: “Un amico di Palermo mi ha dato il suo numero prima che partissi per l’università. Mi ha detto: “è un po’ gasato ma bravo”” ha poi raccontato. Così, dal 1964 all’età di 23 anni Dell’Utri ha iniziato a lavorare come segretario particolare dell’ex Presidente del Consiglio. Fu allenatore anche di una squadra ci calcio, il Torrescalla, e pare che fu proprio questa esperienza ad aver cementato il loro legame.