E se in Israele il primo ministro Naftali Bennet ha invitato i cittadini over 60 a sottoporsi alla terza dose del vaccino, in Italia il dibattito è ancora tutto aperto. Sia perché la campagna di vaccinazione ancora non si può dire conclusa e sono in tanti gli italiani in attesa della seconda dose, sia perché non ci sono ancora dati certi su un possibile terzo richiamo. E l’Ema e la FDA americana preferiscono andare cauti perché è ancora “troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una dose di richiamo”. Eppure, è probabile che il Governo italiano segua la linea dell’Israele perché l’obiettivo resta solo uno: uscire fuori dalla pandemia, ritornare il prima possibile all’immunità.
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Serve la terza dose di vaccino?
La terza dose di vaccino, a 12 mesi dalla seconda, potrebbe essere somministrata alle categorie più fragili, ma per ora sono tutte ipotesi perché il Governo italiano non si è ancora pronunciato su un possibile richiamo. Ma mentre c’è chi è ancora indeciso e aspetta i dati certi, c’è chi – come l’azienda Pfizer – ha pensato bene di ‘giocare’ di anticipo e di presentare uno studio tutto concentrato sugli effetti di una terza dose del vaccino. Dai primi dati, sembrerebbe che un terzo richiamo aumenterebbe gli anticorpi di cinque volte nei giovani e di undici volte negli anziani.
Il parere degli esperti su una (possibile) terza dose di vaccino
Ma cosa dicono gli esperti? Sergio Abrignani, docente di immunologia all’Università Statale di Milano e membro del Cts ai microfoni di Sky Tg 24 su un possibile richiamo per una maggiore protezione contro le varianti ha dichiarato: “Non c’è nessuna evidenza che dimostri che sarà il caso di sottoporsi a una terza dose. Non è ancora dimostrato. Può darsi che ci arriveremo, ma per ora non c’è evidenza”. Per Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare all’università di Padova, intervistato dall’Adnkronos “vanno visti i dati” e sulla variante Delta ha spiegato: “la vaccinazione praticamente sta aumentando la frazione degli asintomatici. Quello che sicuramente è vero è che questa variante infetta anche i vaccinati: in quelli che hanno fatto una singola dose può creare malattia grave, in quelli che hanno fatto due dosi, se hanno superato i 7-8 mesi dalla vaccinazione e sono persone fragili e anziane, può causare malattia grave. Per il resto, aumenta la frazione degli asintomatici”.