Roma. Roberto Gualtieri è stato chiaro sin da sempre sulla questione: un termovalorizzatore per smaltire i rifiuti, che sia presente nel territorio della capitale, potrebbe essere una grossa parte della soluzione al problema principe che attanaglia la città. Sulla questione, sino ad ora, già è stato detto tutto, o quasi. Tante le ipotesi sui vari fronti, soprattutto su chi lo realizzerà, dove si farà, quanto costerà, se inquinerà oppure no.
Zingaretti bocciato da Gualtieri e Draghi
Una variabile rimane ancora sospesa: quando si farà? Una domanda non proprio semplice a cui rispondere, soprattutto in considerazione del fatto che la questione sarà da rigirare direttamente al vero grande sconfitto di tutta la vicenda: Nicola Zingaretti.
Problemi vecchi e nuovi
La strada per la realizzazione di un termovalorizzatore sul territorio sembra ora essere percorribile, e Gualtieri lo ha dimostrato in sei mesi, bocciando più o meno esplicitamente l’operato di Zingaretti, il quale ha completamente ignorato la soluzione in quasi dieci anni di governo regionale. Dieci lunghi anni in cui la Capitale è stata più volte invasa dai rifiuti. Senza contare la TARI da record per il continuo invio dell’immondizia fuori regione o le interdittive antimafia ignorate. E poi, ancora, scandali e arresti.
L’intervento del premier sulla questione del termovalorizzatore
Poi, la batosta finale anche da parte del premier Mario Draghi che, con una sollecitazione dissacrante, ha promosso a pieni voti la politica del ”fare” promulgata da Gualtieri. Una politica dell’azione per uscire dal pantano fangoso e dall’immobilismo riluttante degli ultimi anni. Nell’ormai famoso “decreto Aiuti”, infatti, è stata inserita anche la norma per velocizzare e rendere fattibile la realizzazione del termovalorizzatore a Roma. Il tutto, senza passare per la Regione.
Leggi anche: Rifiuti a Roma: mentre tutti litigano per il termovalorizzatore, ecco come vanno in fumo 30 milioni di euro l’anno
Ipotesi sui tempi di realizzazione
Il Sindaco il suo lavoro lo ha fatto, ha indicato la sua da percorrere. Il premier, anche lui, ha fatto il suo lavoro dando piena fiducia e assecondando senza troppe remore la proposta. Ma, ora, non siamo neppure a metà del viaggio. Anzi, non siamo neppure partiti a dire il vero. Anzitutto, c’è da capire nell’immediato dove andrà l’immondizia romana. Poi, i tempi di realizzazione dell’impianto.
Costruzione e messa in funzione
Sulla questione, da considerare ovviamente i tempi durata della costruzione del termovalorizzatore che richiede come minimo tre anni. Anni a cui si aggiunge un altro aspetto molto importante: il fatto che per un impianto del genere va considerato il periodo necessario per la messa in funzione. Anche qui ci sarà da attendere: la messa in funzione, secondo gli esperti del settore, in genere dura ”almeno” sei mesi.
5 anni…o giù di lì
Ora, facciamo un paio di calcoli: sono anni e mesi che, uniti a tutte le autorizzazioni e burocrazia varia, ci fa arrivare ben oltre il famoso Giubileo del 2025. Saranno sufficienti 5 anni per vedere finalmente le cose in funzione? Il tutto senza contare, come variabile, gli incidenti di percorso e il resto?
Il vertice di ieri con i municipi
Una pioggia di applausi alle parole del Sindaco Gualtieri nella giornata di ieri pomeriggio, sabato 7 maggio, al Forum Sport Center all’Aurelio tra Roberto Gualtieri e i 14 presidenti dei Municipi del Centrosinistra. Applausi giunti quando l’inquilino numero uno del Campidoglio ha parlato proprio del termovalorizzatore a Roma, affermando: ”Se mi sono preso la responsabilità di sciogliere un nodo annoso come quello dei rifiuti è perché se non l’avessimo fatto, ora ci saremmo ritrovati a fronteggiare un’emergenza inaudita”.
Le richieste del primo cittadino
Tuttavia, pur mostrandosi disponibile e conciliante, il Sindaco Gualtieri ha chiesto un’accelerazione ai territori sui fronti della pulizia, in parallelo a tutte le altre manovre. Oltre a ciò, richiamando l’attenzione anche su manutenzione stradale e della riscossione dei tributi. Il tutto, anche promettendo un maggiore coinvolgimento dei minisindaci anche sui fondi del Pnrr. La priorità, per ora, sembra molto chiara: ”Risolvere in modo strutturale il problema dei rifiuti e della manutenzione per rendere Roma pulita e accogliente”. Infine, ha aggiunto: ”Dobbiamo guardare più agli obiettivi e non solo alle procedure”.