Sono state diverse le reazioni, da più fronti, rispetto alla notizia di ieri rispetto al termovalorizzatore di Santa Palomba. La decisione, da parte dei giudici del Tribunale Amministrativo Regionale, di respingere il ricorso presentato da diversi comitati di cittadini, ha soddisfatto sicuramente Gualtieri e la sua giunta: “Accogliamo la decisione con favore, eravamo fiduciosi“, ha detto il primo cittadino. Mentre i residenti sono su tutte le furie e in queste ore stanno valutando se presentare un nuovo ricorso presso il Consiglio di Stato. In prima fila, stavolta, ci sono WWF e Legambiente.
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Legambiente e WWF: “Valuteremo ricorso in appello”
In un comunicato congiunto Legambiente e WWF fanno sapere che: “Valuteremo le motivazioni della sentenza per capire come procedere. Continuiamo a ritenere che la procedura seguita presenti molteplici elementi di illegittimità e che la scelta di creare un inceneritore da 600.000 tonnellate sia profondamente sbagliata. Sui rifiuti, oggi, invece che nella realizzazione di un inceneritore l’Amministrazione dovrebbe impegnare le proprie forze nel ripulire una Capitale che da un mese, esattamente come negli anni scorsi, è ricoperta di rifiuti ad ogni angolo“. Così le associazioni, che puntano il dito sulle priorità messe in campo dall’amministrazione, rea di impegnarsi a spada tratta per l’inceneritore in luogo della manutenzione ordinaria sui rifiuti della Capitale. Secondo le organizzazioni si sta rischiando l’emergenza sanitaria. E aggiungono: “L’impegno che si è dimostrato nel procedere all’approvazione di questo progetto, non previsto né nel Piano regionale dei rifiuti, né nel programma del Sindaco Gualtieri, sarebbe molto più efficace nell’estensione del porta a porta, oggi totalmente fermo, nell’aumento della raccolta differenziata con una percentuale cristallizzata da anni, in un percorso per l’attuazione della Tariffa Puntuale nel quale siamo totalmente immobili, nella realizzazione di nuove isole ecologiche e degli impianti dell’economia circolare per il recupero dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, cantieri dei quali, al di là di tante belle parole, non vi è traccia” hanno concluso.
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“Ricorsi privi di fondamento”, così il Tar
Così scrivono nella sentenza i giudici del Tar. I ricorsi sono da rigettare perché “destituiti di fondamento“. Si legge infatti nella sentenza: “È con riferimento al complesso delle normative che deve valutarsi il rispetto dei criteri eurounitari, e non atomisticamente in funzione di uno specifico atto di pianificazione“. In buona sostanza, secondo il tribunale, le previsioni del Piano Commissariale non inciderebbe “sull’assetto complessivo del sistema”.