“Signora, suo figlio Luca (nome di fantasia, ndr) ha appena fatto un incidente. Non si preoccupi, lui è salvo. Ma il problema è che nel sinistro è morta una bambina”. Anche se terrorizzata dal racconto che stava ascoltando, convincenti nei loro dettagli talmente particolareggiati e precisi da sembrare veri, lei, una 64enne di Cisterna di Latina, è riuscita ad avere la lucidità di capire che chi le stava parlando voleva in realtà solo truffarla. E, a metterla in guardia, è stato un particolare a cui forse in molti non avrebbero fatto caso: il numero anonimo da cui era stata chiamata.
La telefonata dei finti carabinieri
“Siamo i carabinieri di Cisterna di Latina”, ha detto la voce al telefono. A raccontare i fatti è la vittima, ancora frastornata dall’accaduto. “Suo figlio un’ora fa ha avuto un incidente sulla strada per Latina. Lo abbiamo trovato sotto effetto di psicofarmaci. Ha investito una mamma e una bambina. La bimba purtroppo è deceduta, mentre la mamma è gravissima ed è stata portata in eliambulanza a Roma. Purtroppo lo abbiamo dovuto arrestare. Dovrebbe gentilmente venire in caserma, perché abbiamo dovuto ritirare documenti e telefono a suo figlio, in quanto era – per l’appunto – sotto effetto di psicofarmaci che hanno alterato il suo stato”.
“Sentendo queste parole ho iniziato a urlare al telefono”, racconta la donna. “Avevo messo in viva voce, perché quando avevo risposta alla chiamata, ricevuta al telefono fisso di casa mia, pensavo fosse una mia conoscente, l’unica che mi chiama da un telefono con numero riservato. In quel momento, poi, avevo al cellulare mio marito, che in questi giorni si trova in Calabria per lavoro. La persona all’altro capo del telefono, sentendomi così agitata, ha provato a tranquillizzarmi, dicendomi che mio figlio non si era fatto nulla. Ma mi aveva appena detto che aveva ucciso una bambina!”
“Ha bisogno di un supporto psicologico”
“Ma lui – prosegue la donna – contava proprio sulla mia agitazione. Infatti mi ha detto che mi avrebbe inviato subito un avvocato e uno psicologo. Il legale era per mio figlio, lo specialista per me, perché a quanto pare sapevano benissimo che in quel momento ero da sola. Ma in quel momento mi è andato di nuovo l’occhio sul telefono e il dettaglio che fosse un numero riservato mi ha accesso una lampadina. Queste persone sapevano tante cose, forse pure troppe, addirittura a che ora era uscito mio figlio. Ho pensato che forse poteva trattarsi di una truffa. E allora ho detto che sarei andata io direttamente in caserma. Ma a questo punto hanno attaccato il telefono. Mi sono affacciata alla finestra e ho visto una macchina con un lampeggiante. Vedendomi, si sono allontanati in tutta fretta”.
Il rientro del figlio
“Pochi istanti dopo ho visto un’ombra avvicinarsi e ho lanciato un urlo. Ma per fortuna era mio figlio che stava rientrando. Gli ho raccontato tutto e, ovviamente, lui non aveva fatto nessun incidente. Siamo quindi andati dai carabinieri e lì ci hanno raccontato che nelle ultime ore sono state portate a termine 5 truffe dello stesso tipo. Io mi sono salvata solo perché mi è venuto il dubbio che ci fosse qualcosa di strano. Gli agenti mi hanno riferito che, una volta entrati in casa, la svaligiano di tutto, minacciando il malcapitato. Adesso hanno preso di mira la zona di Cisterna di Latina e, negli ultimi giorni, i colpi messi a segno sono stati diversi. Racconto la mia storia per mettere in guardia quante più persone possibili: non colpiscono solo gli anziani. Io ho 64 anni. Quindi ormai tutti possono essere vittime di questi truffatori, che a quanto pare studiano bene le abitudini di chi vogliono colpire”.