Nuovi racconti fanno luce su uno dei misfatti più agghiaccianti dell’ultimo periodo: lo stupro di Capodanno si arricchisce di nuovi tasselli.
Continua la diatriba legata all’ormai nominato e celebre – suo malgrado – stupro di Capodanno. In aula l’ultima a parlare è l’amica della ragazza che ha denunciato gli stupri della villetta di Primavalle. Davanti ai giudici si presenta la ragazza che ospitava Bianca (nome di fantasia comparso su Repubblica che riporta integralmente questa fase dell’inchiesta) ad ascoltare c’è anche la madre: “Alcuni ragazzi hanno avuto rapporti con lei – racconta la ragazza – che non era consenziente. Eravamo sotto al portico della villa, poco dopo mezzanotte, ho insistito perchè Bianca tornasse a casa con me. Io dovevo andare – chiosa – il mio fidanzato stava male. Poi è successo quello che è successo”.
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Stupro di Capodanno, nuove testimonianze: la situazione in aula
Accusato di aver violentato la giovane c’è sempre P.R. che con la complicità di altri due ragazzi avrebbe dato vita alla mattanza: “Si sentiva addosso quello che stava accadendo”, continuano le deposizioni che non dipingono un bel quadro. In tal senso in aula anche la fidanzata di S.C. nipote di C.D.M. Il mosaico comincia a prendere forma e fatti e personaggi trovano collocazione, le violenze di Primavalle non possono – né tantomeno devono – passare sotto silenzio.
Ecco perchè parole come quelle ascoltate in aula squarciano un velo che ormai va avanti da troppo tempo. Gli inquirenti sono ancora in procinto di analizzare gli ultimi tasselli di questa vicenda sempre più amara che trova – suo malgrado – inquietanti corrispondenze fra prima, dopo e durante i fatti.