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Strage di Fidene, il gip ammette la costituzione di 22 parti civili contro l’assassino

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strage di Fidene

Nuovi sviluppi sulla strage di Fidene. In queste ore, il gip Roberto Saulino ha accettato la costituzione di 22 persone come parte civile, all’interno del processo per la sparatoria messa in atto da C.C., ovvero l’uomo che avrebbe messo in atto questa strage – con tanto di uccisioni – durante un alterco alla riunione di condominio. Un nuovo passo per chiarire gli aspetti più ignoti di questa drammatica vicenda, con i familiari delle vittime che cercano ancora oggi piena verità e giustizia da parte delle istituzioni. 

Gli sviluppi sulla strage di Fidene

Nel mirino della Procura, sono finiti anche i responsabili del poligono di tiro dove C.C. andava quotidianamente ad allenarsi con la pistola. Per G.M. e B.A, il giudice ha chiesto la chiamata in giudizio per negligenza sul lavoro e omissioni sulla vicenda. Sarebbero stati loro, pur non facendolo volontariamente, a permettere al killer di uscire dalla loro struttura armato, facilitandogli di fatto la strage. Per loro, il processo con rito abbreviato è previsto per il 15 ottobre 2024.

tribunale piazzale Clodio
tribunale piazzale Clodio

Cosa si è capito sulla strage di Fidene?

Secondo le indagini condotte dal pm Giovanni Musarò, C.C. meditava di uccidere i condomini del suo stabile già da diversi mesi. Proprio in virtù di ciò, la strage di Fidene può considerarsi un atto pianificato nel corso del tempo nei minimi dettagli. Prima di recarsi al poligono di tiro nella giornata dell’11 dicembre 2022, il killer aveva preparato una valigia con le cose essenziali per darsi alla fuga, probabilmente uscendo dal territorio di Roma per nascondersi. 

Dove sarebbe voluto fuggire il killer?

Secondo le ricostruzioni effettuate dalla magistratura, l’uomo poteva aver pianificato una fuga in una zona di mare. A prova di questa ipotesi, numerosi abiti inusuali per il mese invernale e soprattutto per fuggire dopo una strage. Nella sua borsa, oltre che nella propria automobili, C.C. era stato trovato in possesso di un costume e un telo da mare, ovvero prodotti che ben delineavano come la sua fuga fosse diretta in un posto caldo, magari anche fuori l’Europa. 

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