Orologi in avanti di un’ora questa notte: alle 2:00 le lancette andranno spostate per indicare le 3.00, momento in cui tornerà l’ora legale.
Approfittiamo della quarantena per cercare di far abituare il fisico al cambio d’orario: si dorme un’ora in meno, ma – appunto – chi non è costretto da esigenze di lavoro potrà disporre di più tempo per adeguare il ritmo sonno-veglia.
Le principali “vittime” di questa notte più corta, secondo alcuni studi neurologici, sono i cosiddetti gufi, la persone che hanno già un ritmo del sonno ritardato: un’ora in meno per dormire rende il risveglio di questi nottambuli meno piacevole e portare una maggiore sonnolenza al mattino, essere più facilmente irritabili, e provare un po’ più di spossatezza.
Agevolati, al contrario, saranno gli insonni, che hanno già difficoltà a cadere nelle braccia di Morfeo. Ma chi percepisce di più il cambiamento sono i bambini e gli anziani, abituati a orari fissi per pasti e sonno, come i bimbi e gli anziani.
Chi non subirà alcun effetto saranno le cosiddette allodole, meno del 10% di italiani abituati ad andare sotto le lenzuola presto alla sera e a svegliarsi di buon’ora.
Ma lo scombussolamento sarà contenuto. In fondo è come affrontare un piccolo jet-lag, rimanendo però in Italia, anzi a casa, visti i tempi che corrono.
L’ora legale è una “invenzione” introdotta in Italia nel 1916, e che nasce dall’esigenza di un risparmio energetico durante il periodo dei primi insediamenti industriali, come se gli imprenditori volessero dominare il tempo. Ma l’innovazione durò per pochi anni e, al principio, a fasi alterne, per essere poi sancita dalla legge nel 1965, durante la grande crisi energetica di quegli anni.
All’epoca del boom economico l’ora legale si rivelò decisamente utile: con le ore di luce in più a disposizione, il ritorno economico derivato dal risparmio di elettricità fu davvero importante. In quel periodo e fino al 2010 il giorno del cambio dell’ora era stabilito dal Presidente della Repubblica. Poi una direttiva parlamentare europea stabilì che l’orario dovesse iniziare l’ultima domenica di marzo e terminare l’ultima domenica di ottobre.
Questo potrebbe essere l’ultimo cambio di ora legale per l’Italia: dal prossimo anno infatti, si dovrà decidere se mantenere l’ora legale o l’ora solare, anche se il nostro Stato ha richiesto all’Europa di poter lasciare le cose come stanno, ovvero con il doppio orario.