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Spinaceto, nuovo attacco da parte dei cinghiali: cagnolino salvo per miracolo, resta una notte incastrato tra i rovi

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I residenti: siamo sotto assedio. E nessuno interviene

Vivo per miracolo. Poteva andare peggio al piccolo Bobby, il meticcio aggredito da un cinghiale ieri sera nell’area del Parco di Spinaceto. Non un semplice parco cittadino ma ciò che resta della campagna romana prima dell’urbanizzazione di questa area.

Il cucciolo è rimasto tutta la notte – e fino al tardo pomeriggio di domenica – incastrato tra i rovi dove aveva cercato di rifugiarsi.

Ieri alle 21.51 l’allarme lanciato attraverso la pagina amministrata da Véronique Burrascano “Roma Cinghiali” “ci sono stati rumori di colluttazione – si legge nel post – e le urla di un animale. Due persone al di là della scarpata del settimo Lotto cercano Bobby…

A nulla erano valsi i ripetuti tentativi dei Vigili del Fuoco, intervenuti in extremis sul luogo dell’accaduto, di individuare il punto da dove provenivano i guaiti dell’animale. La vegetazione in quel punto è di fatto una immensa, inestricabile distesa di rovi.

E finalmente – ben 12 ore dopo – l’annuncio che in molti attendevano trepidanti. “Il cucciolo è stato ritrovato. E’ ferito. Ma ce la farà!”

Ora Bobby è al sicuro, tra le braccia amorevoli dei suoi “umani” e le cure dei veterinari della vicina Clinica per i quali episodi come questo sono diventati una triste routine.

Nina, un cucciolo di labrador ha rischiato la vita nel maggio scorso a seguito della carica di un cinghiale sbucato dall’erba all’improvviso. La proprietaria intervenuta per salvarlo, si è rotta due denti.

Anche Daisy – una meticcia bianca e nera – attaccata da un cinghiale maschio, ha riportato vistose ferite. 

Un golden retriever, infilzato dalle zanne di un altro maschio, qualche mese fa invece non ce l’ha fatta.

E non sono solo i cani, naturalmente, a rischiare. La settimana scorsa ad essere aggredito è stato un papà con il bimbo nel passeggino.

“L’area del Parco – di competenza del Comune, – spiega la Burrascano – dovrebbe essere almeno recintata. Ma nessuno a tutt’oggi si è mosso per far fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza. E gli abitanti del condominio esausti hanno pensato bene  ora di organizzarsi con delle rudinmentali barricate create da enormi vasi di terracotta.

“Non viviamo più – aggiunge un’altra inquilina dello stabile – Abbiamo paura. Non usciamo più di casa, a meno che non sia proprio necessario”

Un problema non indifferente che va avanti da oltre tre anni. Nell’aprile del 2016 a seguito dell’abbattimento di uno di questi esemplari, l’associazione ambientalista Earth presentò un esposto alla Procura della Repubblica costituendosi parte civile contro il Comune di Roma soprattutto in relazione alle modalità con cui l’operazione fu condotta.

“Anche noi amiamo gli animali – precisa Véronique Burrascano – ma la situazione è diventata ingestibile. Va considerato che questi esemplari – importati da Paesi stranieri già negli anni Settanta da un manipolo di cacciatori – sono ben più imponenti e aggressivi di quelli nostrani. Neppure le Riserve li vogliono più…”

E dalla Romania – nel frattempo – è arrivata pure la trombetta “scaccia-cinghiali”. Una sola. Che 150 persone – questo il numero degli abitanti del condominio – si passeranno uno con l’altro come unica arma contro gli “ospiti” indesiderati. Vittime anch’esse – e inconsapevoli – dello sconvolgimento che affligge il nostro pianeta a causa dei cambiamenti climatici. E della furia devastatrice dell’uomo.

Rosanna Sabella

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