Era riuscito a sfuggire all’agguato mortale a Nettuno la mattina del 2 marzo. Antonello Francavilla, ritenuto dagli inquirenti elemento di vertice della batteria della Società Foggiana Sinesi-Francavilla, è stato arrestato a Foggia mentre entrava in un bar con uno zainetto contenente una pistola calibro 9 e 14 proiettili. L’uomo, sorvegliato speciale, è stato notato e fermato da agenti della polizia, che lo hanno arrestato per porto illegale di arma da sparo.
L’agguato a Nettuno: volevano uccidere il boss e suo figlio di 16 anni
L’agguato era avvenuto nella tarda mattinata del 2 marzo, in via Greccio, a Nettuno. Antonello Francavilla, arrestato a novembre del 2013 nella sua villa-bunker della provincia di Foggia con l’accusa di essere a capo di un’organizzazione di traffico internazionale di sostanze stupefacenti importate dal Marocco, si trovava a Nettuno agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Con lui il figlio 16enne. Ad un tratto il suono del campanello. Francavilla, pensando si trattasse del consueto controllo della polizia, era andato ad aprire, trovandosi di fronte quelli che effettivamente sembravano poliziotti. I sicari, infatti, erano vestiti da agenti.
La sparatoria
Non appena aperta la porta, i suoi avversari gli avevano sparato cinque colpi di pistola. Francavilla era caduto a terra, ma i sicari, non soddisfatti, erano entrati in casa alla ricerca del figlio. Lo avevano trovato in bagno, dove stava facendo la doccia. Lì avevano fatto fuoco altre due volte, colpendo il ragazzo al torace e alla testa.
Cinque mesi dopo per quell’agguato è stato arrestato un imprenditore edile 56enne, Antonio F, con l’accusa di duplice tentato omicidio. Il movente era economico. L’imprenditore non voleva restituire a Francavilla dei soldi – 600 mila euro – ricevuto dal clan Francavilla. Per questo motivo un commando armato tentò di uccidere l’imprenditore con un’azione vicino al casello autostradale di Foggia. Ma l’agguato fu bloccato dalla polizia, che in quell’occasione arrestò 6 persone.