Potranno restare solo due maiali. La “sentenza” è arrivata poco fa, con un giorno di anticipo rispetto al previsto. Il Tar del Lazio ha deciso di confermare il provvedimento con cui la Asl Roma 1 con cui ha disposto l’abbattimento dei cinghiali e dei suini presenti alla Sfattoria degli Ultimi nell’ambito della campagna contro la peste suina.
Salvati solo due maialini
Il Tar del Lazio, attraverso un decreto esecutivo, ha disposto che la Asl consenta la detenzione di due soli maiali da affezione, come stabilisce la legge. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha quindi fissato l’udienza al 12 settembre. In quella data verrà presa una decisione definitiva in merito alla sospensiva.
Nella struttura di via via Arcore a Roma sono ospitati circa 130 suidi. I giudici affermano che non ci sia “seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virus Psa”.
Possono essere però lasciati due “maiali (sempre che ve ne siano le condizioni e previa precisazione di tutti gli accorgimenti affinché questi godano d’un trattamento consono e non fuoriescano dalla proprietà attorea) ed è tenuta, al contempo, a monitorare lo stato di salute degli altri maiali già sequestrati ed avviati alla profilassi, valutandone la pericolosità attuale ed effettiva e, se del caso, provvedendo per l’abbattimento”.
Le reazioni
“Il TAR Lazio ha deciso un giorno prima sulla sorte degli animali de La Sfattoria Degli Ultimi: vanno uccisi. Nessuna sospensiva dell’ordinanza. Ormai è evidente che qualcuno vuole, purtroppo, una rivolta sociale. Ne prendiamo tutti atto”, ha dichiarato il noto animalista Enrico Rizzi.
Sui social, non appena si è diffusa la notizia, è scoppiata la rivolta. “Non ci arrendiamo”, “Faremo le barricate”, “Questo è il momento di farci sentire”, “A chi giovano questi abbattimenti?”. Centinaia i commenti indignati provenienti da tutta Italia da cittadini e associazioni.
Le dichiarazioni delle associazioni
Ma ecco cosa hanno dichiarato le associazioni intervenute ad adiuvandum nel ricorso presentato dai gestori della Sfattoria degli ultimi: Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, e Tda.
«Letto il decreto emanato dal Tar del Lazio oggi, 17 agosto, che stabilisce che l’Asl Roma 1 possa valutare se abbattere o no gli animali presenti nel santuario a prescindere dalla documentazione che avrebbe dovuto essere presentata ed esaminata domani secondo il decreto del 14 agosto, auspichiamo che quanto disposto non conduca ad abbattimenti in una struttura dove lo stesso Tar riconosce non esservi un focolaio di Psa attivo. Auspichiamo che l’Asl consenta anche alle controparti di depositare propri documenti e chiarimenti affinché possa instaurarsi un equo contraddittorio e che manifesti essa stessa la volontà di trovare soluzioni alternative che consentano la salvezza di animali sani, chiusi in recinti, iscritti all’anagrafe e costantemente controllati », così le associazioni Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, e Tda a commento del decreto del Tar del 16 agosto riguardante la Sfattoria degli ultimi.
Da parte sua, l’avvocato Giuseppe Calamo dello Studio Curtis Mallet Prevost Colt & Mosle LLP, che segue il ricorso delle associazioni dichiara: «Il decreto in esame accerta che l’azione amministrativa è stata eseguita in violazione dell’art. 12, co. 2, del Regolamento (UE) 2020/687 e, per l’effetto, ha sospeso l’efficacia del provvedimento di abbattimento dell’8 agosto 2022. Inoltre, impone all’Asl di svolgere un monitoraggio dello stato di salute dei suidi presenti nel rifugio, valutando se esistono effettivamente casi in cui è consentito l’abbattimento. Non autorizza gli abbattimenti in generale nel rifugio, dispone semplicemente che l’autorità sanitaria compia nuovi accertamenti essendosi i precedenti rivelatisi erronei. In ragione della diversa lettura che l’Asl ha diramato, stiamo comunque considerando se proporre un’istanza di modifica».
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