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SEQUESTRATA DISCARICA ABUSIVA
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Sequestrata ad Ardea dagli agenti della polizia municipale un’immensa discarica di calcinacci. Il deposito abusivo di rifiuti si trova nella zona dei 700 ettari demaniali delle Salzare, in via del Radiofaro. Ancora una volta il territorio di Ardea viene trattato come se fosse un’enorme discarica a cielo parto, dove gettare ovunque qualsiasi cosa. Questo accade principalmente alle Salzare, dove nessuno provvede a bonificare la zona e, soprattutto, dove nessuno effettua prevenzione. Chi effettua i controlli sui proprietari di furgoni che girano per l’intero Comune pubblicizzando con un assordante megafono la raccolta dei calcinacci e delle potature, senza rilasciare alcuna bolla di conferimento di trasporto a discarica autorizzata? Ma, soprattutto, vengono effettuati, questi controlli? Nella zona delle Salzare quella appena sequestrata va a sommarsi alle decine di discariche nelle quali non vengono gettati soltanto calcinacci, ma materiale altamente tossico, come l’amianto. Attualmente sono tanti i camioncini che si immettono indisturbati nella zona per scaricare i materiali di risulta proveniente soprattutto da ristrutturazioni edili e materiale ingombrante di ogni genere. Molti di questi “traportatori” abitano proprio all’interno della zona considerata ormai “The New Bronks” e si muovono indisturbati in quello che considerano il loro territorio. Spesso la stampa si è interessata al fenomeno delle discariche abusive che si concentrano in questa particolare zona, che sembra destinata a diventare una vera e propria bomba ecologica, quindi, anche se lodevole, la scoperta di questa ennesima discarica non è certo notizia che riempie di gioia, se ancora una volta viene “notata” e sequestrata quando ormai la vallata è colma di rifiuti. Ma quello delle discariche non è certo l’unico problema delle Salzare, divenuta quasi una “zona franca” che ormai sfugge ad ogni controllo. Gli abusi vanno dall’edilizio al commerciale, passando dal traffico di rifiuti – anche tossici, come l’amianto, eternit, resti di autodemolizioni e di materiale ferroso – all’immigrazione clandestina ed alla microcriminalità. Qui i politici vengono soltanto per fare false promesse, come quella illusoria dell’affrancazione dell’uso civico pubblicata addirittura sul sito ufficiale del Comune e da ieri scaduta. Quello che non scade mai è invece la montagna di rifiuti che sta colmando le vallate di un quartiere ormai preso d’assalto da nomadi provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa, rifugio di latitanti, di trafficanti di droga, che per fortuna non sempre riescono a sfuggire all’attento controllo dei carabinieri di zona, i quali comunque non riescono ad evitare che l’intera zona continui ad essere rifugio indisturbato di extracomunitari, anche senza permesso di soggiorno, che vivono ammassati in abitazioni abusive, per occupare le quali pagano in nero esosi canoni a “potenti furbetti del quartiere”. Tanto per rincarare la dose, le abitazioni sono dotate di scarichi delle acque nere non regolamentari, con il rischio di inquinamento delle falde idriche che alimentano i pozzi artesiani utilizzati per l’approvvigionamento dell’acqua a servizio delle stesse abitazioni. Da quando, qualche mese fa, l’amministrazione Comunale in collaborazione con un’associazione di zona ha chiesto agli occupanti del terreno demaniale di presentare la domanda per l’affrancazione dell’uso civico, l’abusivismo edilizio è aumentato come pure la vendita di appezzamenti di terreno. Il fenomeno è favorito dal continuo rilascio di fornitura di energia elettrica e dall’attuale stato di fermo degli abbattimenti delle costruzioni abusive. Ma se gli abitanti delle Salzare piangono, certo quelli della Nuova Florida e Rio Verde non ridono, visto che nelle loro zone ancora non sono state bonificate la discarica abusiva di Via Pavia, al posto della prevista isola ecologica, o quella nell’ex isola ecologica di via Laurentina, proprio di fronte all’ufficio ambiente.