Niente spray disinfettanti nei bagni. Ovvero, i dispenser ci sono ma non sono mai stati riempiti, né prima né durante l’allarme Coronavirus. Insegnanti e alunni devono portarseli da casa, se vogliono.
Non solo. Anche il semplice sapone liquido scarseggia. Lo si trova nei dosatore una tantum. E sempre in quantità minime.
La denuncia, che arriva da una docente di una scuola media di Fiumicino, esprime solo in parte la preoccupazione di genitori docenti e dirigenti, allarmati dalle ultime notizie sulla diffusione dell’epidemia anche nel nostro Paese.
I 16 nuovi casi di contagio da Coronavirus in Italia – e ieri il decesso di un 73enne in Veneto insieme ad altri casi sospetti nella stessa regione – hanno fatto salire nuovamente l’attenzione al massimo. Le chat scolastiche impazzano, e l’angoscia cresce ad ogni ora.
“Chiediamo che il ministero della Salute ci dia le necessarie indicazioni per operare correttamente nell’ambito di una strategia generale, nazionale”, aveva dichiarato ieri l’altro all’Ansa Paola Serafin che guida i dirigenti scolastici della Cisl. “Era purtroppo prevedibile che ci fossero cittadini italiani contagiati nel nostro Paese – osserva – prima o poi un’estensione del fenomeno era evidente che ci sarebbe stata. Noi presidi ci affidiamo al Servizio sanitario nazionale: deve essere questo ad indicarci la via; la strategia deve essere complessiva non basta mettere un tampone: ci vuole una regia nazionale. Aspettiamo che chi è competente ci dica cosa fare”.
“Tutto questo è comprensibile – commenta la prof – ma almeno le misure essenziali, il sapone, il disinfettante, santo Cielo! quelli la scuola dovrebbe passarli. Stiamo parlando di un territorio ad alto rischio – incalza la docente – Devo forse io ricordare che il nostro Comune ospita l’aeroporto internazionale più importante d’Europa?”
Il Ministero della Salute ci dia indicazioni
Roberta Fanfarillo che guida i presidi della Cgil ricorda che “anche il ministero dell’Istruzione deve prendere indicazioni dal ministero della Salute e dal Consiglio Superiore di Sanità in caso di emergenza sanitaria, come lo è questa. In questo momento chiedere a profani delle misure – ragiona Fanfarillo – significa interferire con un compito che è esclusivo dell’autorità sanitaria e creare allarme ingiustificato. Attendiamo fiduciosi e riteniamo che in questa vicenda noi presidi non possiamo dare indicazioni”.
Rosanna Sabella