I dubbi sono quasi tutti svaniti: il Lazio entrerà in zona rossa da lunedì 15 marzo. Il passaggio repentino da una zona gialla ad una rossa, però, sta provocando tante reazioni spiacevoli; le più rabbiose arrivano da due poli, l’Istituzione Scolastica e, ovviamente, i ristoratori.
Con l’ingresso immediato in zona rossa, infatti, Roma e il Lazio vedranno nuovamente le porte di tutte le scuole (di ogni ordine e grado) chiudersi per riaprirsi nello schermo di un computer. Sembra di essere tornati ad un anno fa, quando Conte annunciò la chiusura delle scuole per due settimane e nessuno immaginava il resto della storia. Il rischio di contagi però è troppo alto, l’Rt è arrivato a 1,3 ed il nuovo governo è preoccupatissimo.
I presidi del Lazio: pro e contro la DAD
Ancora più preoccupati sono, però, i presidi. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio commenta, in un’intervista alla Repubblica, “A Roma il 20% degli studenti di ogni ordine e grado che vivono in periferia hanno problemi di connessione, con la linea che va e viene e che non consente di seguire la lezione al meglio: chiediamo alle istituzioni che ci venga rendicontato quanto fatto per migliorare la connessione degli studenti e delle scuole“. Anche la preside del liceo Scientifico Raggi, Monica Galloni, racconta al Messaggero la sua titubanza “Siamo disperati, tornare in didattica a distanza è un danno serio sotto infiniti punti di vista: si perde la realtà dei rapporti dopo che abbiamo faticosamente per ricostruire un minimo di continuità“.
Tuttavia non sono tutti sulla stessa linea, Luca Mezzaroma, referente Covid-19 del liceo Kennedy commenta con un “Se aspettano ancora un po’…” come a voler dire ‘era ora’. A Roma purtroppo le varianti Covid-19 stanno costringendo alla chiusura di diversi istituti ormai da tempo. L’emergenza sanitaria esiste e continua e purtroppo la DAD è una conseguenza delle tante privazioni con cui facciamo i conti, oramai, da un anno.