Non arretrano di un millimetro le Associazioni dell’Autotrasporto in merito al fermo nazionale del settore in programma esattamente fra poco meno di una settimana. Dal 18 luglio infatti, come anticipato dal Corriere della Città in anteprima lo scorso 4 luglio, i tir, in assenza di alcune misure specifiche richieste al Governo, spegneranno i motori.
Cosa chiedono i camionisti al Governo
La protesta ha un unico obiettivo: chiedere all’Esecutivo provvedimenti urgenti per contrastare il caro carburanti che, nonostante il taglio delle accise, vede i prezzi di benzina e diesel attestarsi sempre attorno ai due euro/litro. Peraltro, come scritto più volte, alcune Associazioni di settore si sono schierate largamente contro questo provvedimento che non è stato in grado, nei fatti, di frenare il rialzo dei prezzi.
Ad ogni modo cosa chiede l’Autotrasporto al Governo? Questi punti sollevati:
- Immediata eliminazione della sospensione accise
- Sblocco urgente del credito imposta indispensabile per la sopravvivenza della stragrande maggioranza delle aziende di autotrasporto.
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Quanto dura lo sciopero dei tir a luglio
In assenza di almeno queste due misure, che si collocano al vertice di una serie di impegni alcuni dei quali disattesi dal Governo, sarà inevitabile il fermo nazionale, già annunciato alle autorità competenti, dal 18 al 22 luglio. Uno stop di 120 ore che potrebbe avere ripercussioni in molteplici settori considerando che in Italia una consistente fetta dei prodotti viaggia su gomma.
Chi lo ha indetto
Al momento, tra i promotori della mobilitazione, figurano le seguenti sigle: Trasportounito Fiap,
Pmia autotrasporto, Cepi f.t., Unilavoro pmi, Confimea f.t. E ancora: Anap, Ass. 3 assi, Sati.
Quanto costa la benzina oggi
In mattinata sarà diffuso il nuovo report dal Ministero della Transizione Ecologica sull’andamento dei prezzi di benzina e diesel. Non appena disponibile il report l’articolo sarà prontamente aggiornato.
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