La sera di martedì 11 luglio, un ragazzo africano è fuggito da un centro di accoglienza presente nel territorio di Roma. Probabilmente stanco di essere bloccato nella palazzina dove risiedeva con altri migranti, il giovane avrebbe approfittato degli scarsi controlli nel posto per tentare un’insperata fuga e magari provare a prendere un treno per raggiungere i confini dell’Italia al Nord. Un piano che si è rivelato fallace, con il ragazzo che ha perso la vita investito da un’auto come scavalcato il muro del recinto.
La fuga dal centro d’accoglienza di Roma
I migranti erano stati destinati in un centro d’accoglienza a pochi passi dalla Cristoforo Colombo, con la struttura al confine tra i quartieri dell’Eur e Mezzoccamino. Il giovane, che scavalcando la recinzione si trovava direttamente sul Grande Raccordo Anulare o la Cristoforo Colombo, avrebbe deciso di provare la fuga su questa seconda strada. Una scelta pagata col sangue, considerato come atterrato dall’altra parte del muro è stato investito da un’automobile in corsa.
La probabile dinamica dell’incidente
Secondo i primi rilevamenti, il giovane sarebbe atterrato male dal salto della recinzione. Probabilmente uno sbilanciamento imprevisto, avrebbe fatto finire il ragazzo in mezzo alla corsia di circolazione della Cristoforo Colombo, facendolo investire da un’automobile che non ha potuto evitarlo in nessun modo. Una tragedia che ha scosso tutta la parte istituzionale del IX Municipio Roma Eur, che nulla però sapeva riguardo l’esistenza di questo centro.
Nessuno conosce il centro d’accoglienza sulla Colombo
La morte del giovane ragazzo, proveniente dall’Eritrea, ha acceso una luce sul centro d’accoglienza da dov’era fuggito. Nessuna delle istituzioni, infatti, era a conoscenza di questo spazio a pochi passi dalla Cristoforo Colombo. Una situazione anomala, cui il consigliere Piero Cucunato (Lega) vuole vederci chiaro: “Durante la Capigruppo di stamattina in IX Municipio, ho subito chiesto quali sono state le richieste autorizzative della struttura e perché nessun azione di comunicazione è stata fatta agli Enti Locali. Sul caso, le domande sono molteplici. Tra tutte: quali sono state le azioni di prevenzione previste e attivate per un centro che, logisticamente, ha una serie di anomalie a livello di collocazione?”.