Più tutele per il personale ospedaliero, tra le categorie professionali più esposte ad aggressioni e ritorsioni sul lavoro. Prosegue il piano che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, porta avanti da gennaio 2023 per rafforzare la presenza delle Forze dell’Ordine nei presidi sanitari e ospedalieri. Un piano che si avvale ora di 6 nuovi ospedali dove medici, infermieri e operatori sanitari potranno avvalersi della presenza di poliziotti nei casi in cui i pazienti e visitatori minaccino il personale o attentino alla pubblica incolumità.
Dal San Camillo a San Giovanni: 6 ospedali controllati h24
Le strutture coinvolte nel piano di rafforzamento del ministro Piantedosi coinvolgono tutta Roma, per garantire controlli capillari nelle strutture che raccolgono più abitanti sul territorio comunale. “Fin dal gennaio scorso – ricorda il ministro dell’interno Matteo Piantedosi – abbiamo avviato importanti azioni per garantire maggiore sicurezza al personale sanitario. Sono stati riattivati o potenziati i posti di polizia presso i principali ospedali d’Italia. Il nostro impegno prosegue, come testimonia l’aumento degli agenti dedicati alle sei strutture di Roma, dove ora sarà assicurata una presenza continuativa delle Forze di polizia. Rimane fondamentale continuare a sostenere e tutelare chi si prende cura della salute dei nostri cittadini”. Tra questi, il San Camillo, Policlinico Umberto I, Sant’Andrea, Gemelli, Tor Vergata e San Giovanni che sono già operativi, grazie a un potenziamento degli organici, sull’intero arco delle 24 ore.
Operatori sanitari aggrediti: nel triennio 2019-2021 accertati più di 4.800 casi
I numeri raccontati da Inail, l’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, parlano chiaro: nel triennio 2019-2021 sono stati accertati più di 4.800 casi di aggressioni agli operatori sanitari. Il 37% è concentrato proprio nel settore assistenza sanitaria, che include ospedali, case di cura, istituti, cliniche e policlinici universitari. Il 23% dei casi interessa gli operatori sanitari fino a 34 anni, il 39% quelli da 35 a 49 anni, il 37% da 50 a 64 anni e l’1% oltre i 64 anni. La professione più colpita è quella dei tecnici della salute, in cui si concentra più di un terzo dei casi. Si tratta prevalentemente di infermieri, ma anche di educatori professionali, normalmente impegnati in servizi educativi e riabilitativi con minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani all’interno di strutture sanitarie o socio-educative. Seguono, con il 29% dei casi, gli operatori socio-sanitari delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali e, con il 16%, le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati, soprattutto operatori socio-assistenziali e assistenti-accompagnatori per persone con disabilità. Più distaccata, con il 3% dei casi di aggressione ai danni del personale sanitario, la categoria dei medici.
Aumento presidi ospedalieri. Piantedosi: “Un atto di doverosa attenzione”
L’inaugurazione dei 6 presidi di polizia rientra in un progetto che il Ministero dell’Interno porta avanti da gennaio 2023. Da gennaio a marzo 2023, sono 189 i presidi di polizia già attivati o di recente attivazione, con un incremento del 50% rispetto ai 126 presidi preesistenti.
Il numero di operatori della Polizia di Stato complessivamente impiegati ogni giorno passa da 228 a 411 unità, con un aumento di 183 unità, pari all’80%. Questo rafforzamento del personale impiegato ha riguardato non solo i presidi di nuova attivazione ma anche quelli già attivi, che sono stati potenziati sulla base delle nuove esigenze di tutela della sicurezza. “L’apertura di nuovi presidi della Polizia e il rafforzamento di quelli preesistenti è un atto di doverosa attenzione e vicinanza verso tutto il personale sanitario che svolge un servizio essenziale per le nostre comunità e che deve essere protetto da violenze e minacce, soprattutto quando lavora in poli ospedalieri e in fasce orarie dove il rischio è maggiore”, ha dichiarato il ministro Piantedosi.