Ha attraversato la navata della Chiesa vestita di bianco. Rossella Nappini, però, all’altare non c’è mai arrivata, per quanto avrebbe voluto. Durante le esequie, tenute sabato 9 settembre nel cortile dell’ospedale San Filippo Neri, ha indossato il vestito da sposa della sorella. Attorno al feretro tutti i colleghi a darle l’ultimo saluto, in una funzione strettamente riservata, circondata da un coro di applausi.
Un collega: “Rossella è stata vittima dell’odio”
Diversi i messaggi di cordoglio verso l’infermiera 52ene uccisa a Monte Mario. Secondo un collega, la donna sarebbe stata una vittima dell’odio e della follia. Il presunto carnefice, però, sarebbe il 45enne di origine marocchina che avrebbe accoltellato la donna con 20 colpi inferti in maniera diversa. Per lui però, durante le celebrazioni, non c’è stavo nessun accenno, anche se al momento è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Un’esistenza conclusa per l’infermiera romana in modo violento e drammatico, come ha raccontato durante la funzione di questa mattina, domenica 10 settembre, anche monsignor Benoni Ambarus.
Proseguono le indagini e gli interrogatori
Nel frattempo, le autorità stanno cercando di approfondire le dinamiche del delitto soffermandosi sugli elementi mancanti: il movente, prima di tutto, ma anche l’arma (mancante) e i vestiti sporchi di sangue. Dove sono finiti? Perché infierire sul corpo della vittima con 20 coltellate? Non è ancora chiara, inoltre, la relazione che ci sarebbe stata tra Rossella e il suo assssino.
Al momento i due cellulari della donna sono al vaglio degli inquirenti. Uno, in particolare, il lunedì prima della morta sarebbe risultato online su Whatsapp alle 16.26. Stando alle ricostruzioni, sembra che un amico sarebbe dovuto passare a prenderla. La scientifica dovrà inoltre effettuare una perizia antropometrica sulle immagini recuperate ed estratte dai video.
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