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Festeggia i 40 anni nel ristorante giapponese: Rossella Di Fuorti muore dopo il pranzo a base di sushi

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Rossella Di Fuorti

Morta il giorno del suo compleanno, mentre festeggiava quella che doveva essere una data indimenticabile, il passaggio agli “anta”. Rossella Di Fuorti è morta dopo aver consumato un pranzo a base di sushi e altre specialità orientali in un ristorante di Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta. La donna aveva scelto quel posto per festeggiare i suoi 40 anni insieme ad amici e parenti. Non aveva mai avuto, in passato, alcun tipo di allergia al pesce o ad altri alimenti oppure sintomi che le facessero pensare di poter avere problemi. E l’idea di un pranzo orientale le era sembrata perfetta. E invece si è trasformata in una tragedia.

Il malore dopo il pranzo

La donna, sposata e madre di due bambini, si è sentita male subito dopo il pranzo. Appena rientrata a casa ha iniziato ad avere attacchi di vomito. Poi ha collassato. Il tutto è durato pochissimo tempo. Il marito ha chiamato subito i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare: quando i sanitari sono arrivati, la 40enne era ormai morta, per sopraggiunto arresto cardiocircolatorio. Non si sa se Rossella abbia avuto una violenta reazione allergica al cibo ingerito: sarà l’esame autoptico, disposto da magistrato, a stabilire l’esatta causa del decesso.

La Procura di Napoli ha infatti aperto un’inchiesta, delegando le indagini ai carabinieri dei Nas. La salma della donna è stata trasferita al secondo Policlinico. I militari hanno effettuato un’ispezione nel ristorante, sequestrando camion di cibo, che verranno analizzati. Nessun altro degli ospiti al pranzo si è sentito male, oltre a Rossella. Il ristorante, comunque, è stato chiuso in via cautelativa.

I precedenti

Nel recente passato era già successo che qualcuno perdesse la vita dopo un pasto a base di sushi. Era accaduto poco più di un anno fa a Luca Piscopo, un ragazzo di appena quindici anni. Il 15enne era andato a cena con alcuni amici. Avevano mangiato il sushi in un ristorante giapponese, gestito però da un cittadino cinese. Una volta tornato a casa, Luca si era sentito subito male. Per circa otto giorni il ragazzo stette in gravi condizioni: aveva febbre alta e diarrea. Poi le sue condizioni sembravano essere migliorate. Ma si trattava di una falsa buona notizia, durata appena un giorno. Poco dopo, infatti, improvvisa e devastante, la sua morte. Anche in quel caso si trattava di un ristorante napoletano, anche se del Vomero. Il titolare del ristorante e il medico che aveva prescritto soltanto un antipiretico al ragazzo furono messi sotto inchiesta.
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