Violentò una tirocinante presso il reparto di Urologia al Policlinico Umberto I: condannato un infermiere dal Tribunale di Roma.
Un infermiere di 55 anni è stato condannato a 6 anni di reclusione per violenza sessuale e lesioni nei confronti della sua tirocinante presso il Policlinico Umberto I di Roma.
La violenza sessuale al Policlinico Umberto I di Roma
La condanna, emessa dal Tribunale di Roma con rito abbreviato, ha inoltre disposto l’interdizione perpetua dalla funzione di tutore, l’interdizione dai pubblici uffici e la sospensione dalla professione di infermiere per un periodo di tre anni allo stesso violentatore. Una provvisionale di 10 mila euro è stata stabilita a favore della parte offesa. I fatti risalgono all’ottobre del 2022, quando la giovane ragazza, all’epoca 20enne, era in tirocinio presso il reparto di Urologia dell’ospedale. Secondo l’accusa, l’infermiere, che rivestiva il ruolo di suo tutor, l’avrebbe attirata in uno sgabuzzino con la scusa di dover cambiare una flebo a un ricoverato. Una volta in trappola, l’avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà.
Lo stupro all’interno del Policlinico Umberto I
Come racconta La Repubblica, la donna, dopo lo stupro, si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale, dove aveva denunciato subito l’accaduto. Gli agenti del commissariato interno de La Sapienza erano intervenuti rapidamente, acquisendo la cartella clinica della ragazza, sequestrando le lenzuola coinvolte nell’aggressione e isolando il DNA dell’infermiere, che ha portato al suo successivo fermo.
L’infermiere violentatore dopo lo stupro all’ospedale di Roma
L’infermiere era stato arrestato e, dopo una breve detenzione, era stato posto agli arresti domiciliari. La sentenza di primo grado è stata accolta con soddisfazione dalla vittima, che ha dichiarato: “Quell’uomo non potrà essere più un tutore per nessuno, sono soddisfatta per questo esito”. L’avvocata della signorina, Carla Corsetti, ha dichiarato che la sentenza rappresenta un importante riconoscimento della verità della sua assistita e costituisce un segnale significativo per coloro che hanno vissuto esperienze simili.
La condanna per l’infermiere a Roma
La vicenda ha avuto risvolti immediati, con l’infermiere ancora agli arresti domiciliari e una sospensione dei termini per la misura cautelare che durerà fino al deposito delle motivazioni della sentenza, previsto entro i prossimi 60 giorni. Questa sentenza segna un passo significativo nella lotta contro la violenza sessuale e stabilisce un chiaro precedente nei confronti di coloro che abusano della loro posizione di autorità, specialmente all’interno del contesto professionale e formativo.