Era entrato nel bar spaventato, tremolante, quasi come se non fosse cosciente. Avrà bevuto forse un po’ troppo, ha pensato il barista quando lo ha visto. E non ci ha dato così tanto peso: di ragazzi che, purtroppo, alzano il gomito se ne vedono troppi, a volte anche in quel bar sulla Prenestina. Un po’ brilli e alticci staccano dalla quotidianità: c’è chi “regge” di più, a chi basta solo un bicchiere. Ma lui no. Lui continuava a dire di vedere i mostri, di essere inseguito dai draghi. Ed è così che il barista ha capito che qualcosa non andava: troppo poco tempo, però, per aiutarlo, per farlo calmare. Il tempo di un caffè e quel ragazzo era già fuori dal locale. Era a piedi sul Raccordo, dove poco dopo è stato investito e ucciso da un’auto.
Investimento mortale sul GRA
Come riporta il Messaggero, il ragazzo di 30 anni che nella notte tra domenica e lunedì è stato investito e ucciso sul Raccordo, qualche minuto prima era stato in quel bar sulla Prenestina. La sua ragazza era nell’auto, fuori dal locale, lui al barista, invece, avrebbe continuato a dire di vedere i draghi. “Mi stanno inseguendo dei mostri, dei draghi, aiutami”. Troppo poco tempo, però: il barista si è voltato, ha lasciato la macchinetta del caffè alle sue spalle, ma lui già non c’era più.
Forse, sotto effetto di droga e psicofarmaci il ragazzo, un italiano con precedenti, ha pensato bene di andare via. Ma non con l’auto, dove lo aspettava la sua fidanzata. Lui ha imboccato il Raccordo a piedi: ha camminato lì, di notte, contromano.
La dinamica
La tragedia è avvenuta nella notte tra domenica e lunedì, poco dopo le 2:30, nella carreggiata interna, all’altezza del chilometro 34,400, non molto distante dallo svincolo di via Prenestina, a pochi metri da quel bar dove era stato prima. Da una prima ricostruzione dell’incidente pare che il ragazzo avesse già attraversato la carreggiata esterna e superato lo spartitraffico. Poi, però, arrivato nella corsia di sorpasso della carreggiata interna, è stato travolto e ucciso: prima una Smart, che ha fatto giusto in tempo a frenare e a schivarlo, poi una Dacia che non avrebbe avuto la stessa prontezza. E che ha prima tamponato la smart, poi si è cappottata. E nella carambola il 30enne romano è stato falciato. Ed è morto sul colpo.
Le indagini
Ora bisognerà fare chiarezza, capire cosa sia successo. Il ragazzo era in preda all’alcol e alla droga? Perché continuava a dire di vedere i draghi? E perché ha deciso di imboccare il Raccordo a piedi, sprezzante del rischio e del pericolo? Sarà la Polizia Stradale, intervenuta sul posto per i rilievi, a fare chiarezza.
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