Trasporto pubblico, Roma. Rabbia, impazienza e frustrazione è quello che attende i pendolari che ogni giorni escono di casa alle 5.30 del mattino per essere sul posto di lavoro in tempo e, si spera, senza troppo imprevisti. Troppi sì, perché desiderare l’assenza completa di ogni intoppo durante la traversata è davvero irreale ed utopistico. Per questo la sveglia stessa va impostata almeno 3 ore prima dell’inizio del proprio turno lavorativo.
L’inferno di ogni santo giorno a Roma
Treni assenti, tratte improvvisamente interrotte, assenza di preavvisi o informazioni utili alla viabilità, tutto quello che normalmente attende i passeggeri del trasporto pubblico romano, in particolar modo di trenini e metro, sovraffollati fino al midollo, asfissianti, che conducono direttamente verso i nostri uffici in cui, paradossalmente, iniziano a respirare un po’ di rilassatezza.
Il lavoro, prima del lavoro
Il vero lavoro è arrivarci a lavoro per cittadini di Roma e dell’hinterland. Sembra, infatti, che il trasporto pubblico capitolina faccia due passi avanti e tre indietro, come in una sorta di romanzo kafkiano, in cui il personaggio compie una vera e propria catabasi in sé stesso, per poi uscirne continuamente sconfitto. Sconfitto dalle vicissitudini e dall’impossibilità di reagire.
Treni vecchi e linee guaste
È una sensazione quotidiana, che alle volte però diventa ancora più forte ed evidente, proprio come negli ultimi giorni in cui la mancanza di treni e i guasti hanno complicato ancora di più la situazione. Il ritorno in campo dei vecchi convogli che erano sotto manutenzione avrebbe dovuto riaccendere qualche speranza negli animi dei pendolari: ma i treni sono sì in parte aumentati, ma pur sempre non sufficienti. E, inoltre, tutto questo senza considerare gli imprevisti. Il tempo di attesa sfiora ormai i 20 minuti di media, anche negli orari ”caldi”.
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I disagi degli ultimi giorni sulla metro B
Tra i recenti imprevisti che non hanno mancato di suscitare profondi disagi, ricordiamo ad esempio quelli andati in scena nel corso del pomeriggio del 31 maggio quando, intorno alle 18, prima è stata chiusa la stazione di Conca D’Oro, poi l’intera tratta Bologna Ionio, con la conseguente attivazione di un servizio bus sostitutivo.
La chiusura delle stazioni suddette, tuttavia, non è stato però l’unico disagio vissuto dai passeggeri. I convogli che intorno alle 18 erano ”sopravvissuti” sui binari, hanno subito dei rallentamenti causati da un guasto tecnico sul sistema di elettrificazione che alimenta la linea. Una combinazione micidiale che ha reso la giornata un inferno. E, ripetiamo, il tutto avviene paradossalmente sempre negli orari più opportuni.
I commenti dei passeggeri sul web
Sulle ultime vicende le esasperazioni dei passeggeri non si limitano agli sfoghi sul posto, ma continuano anche sul web, in particolare sulla pagine Facebook, dove si manifesta tutto il malcontento.
Un utente scrive: “Servizio fortemente rallentato, oppure non attivo, con attese lunghe e quotidiane per mancanza di treni. Ma noi l’abbonamento che lo paghiamo a fare se poi ci ritroviamo un servizio inesistente?”.
Un altro, commentando un post sui guasti della giornata: ”Grande senso di vergogna ed imbarazzo al cospetto dei turisti”. E ancora: ”E basta non se ne può più”.