La tecnica ormai è quella nota. Eppure in molti casi ancora funziona, come nel caso avvenuto ieri a Fiumicino, con i due anziani a cui sono stati sottratti circa 14 mila euro tra denaro contanti e gioielli con la scusa del nipote che rischiava l’arresto. Ma le truffe alle persone di una certa età sono all’ordine del giorno, come quella che racconta Antonio (nome di fantasia per tutelare i protagonisti), avvenuta il 10 ottobre a Roma.
“Nella tarda mattinata del 10 ottobre – racconta Antonio – ho ricevuto sul mio cellulare almeno 80 telefonate consecutive da un numero privato. In genere quando così non rispondo quando non compare il numero. Ma questa volta, casualmente, alle prime due chiamate ho risposto. L’interlocutore mi ha detto di essere un certo Marco D’Ambrosio, sportellista della Posta di Piazza Bologna e di avere due raccomandate in giacenza presso lo sportello numero 2, chiedendomi di passare per ritirarle”.
La truffa
Ma Antonio, che si trova al lavoro, non può andare a ritirare. “Essendo io impossibilitato, ho fissato un appuntamento per il giorno successivo alle 10. Ma il tutto mi sembrava molto strano, in quanto non mi era mai capitato che qualcuno mi chiamasse dall’ufficio postale per dirmi di andare presso di loro a ritirare qualcosa. In ogni caso, dopo aver attaccato il telefono, ho ricevuto circa altre 80 chiamate da numero sconosciuto. Scocciato, smetto di rispondere e addirittura spengo il cellulare per un’oretta”.
Ed è qui che si consuma la truffa. I malviventi, infatti, volevano “distrarre” Antonio, figlio unico di una coppia di anziani. Quando Antonio riaccende il telefono, immediatamente riceve la telefonata della madre, agitatissima. La donna vive con il marito in zona Casalbruciato e racconta al figlio che, un’ora prima, un signore – si è presentato con lo stesso nome comunicato ad Antonio – l’aveva si era presentato a casa, dicendo di essere un dipendente della posta di piazza Bologna. “Le aveva raccontato – racconta Antonio – che mio nipote era in difficoltà per ritirare alcune raccomandate, di averlo al telefono e che voleva parlare con la nonna. Mia madre ha seriamente pensato che la persona al telefono fosse veramente mio nipote e stava cadendo nel tranello. I miei genitori hanno 200 anni complessivi ed è facile prendere in giro persone di quell’età. Fortuna ha voluto che mio padre in un moto di lucidità suonasse al fratello che abita nell’appartamento accanto. Quindi, vista la situazione il truffatore, vestito bene, ma con un tatuaggione sul collo, è scappato e si è dileguato nel nulla”.
‘Prova a farlo quando sono io in casa’
“È rimasta la paura e la tensione dei miei genitori, che ho sentito molto preoccupati. Io purtroppo non ero in casa e forse le telefonate precedenti tendevano proprio a capire se fossero privi di difesa o meno”, ha detto Antonio. L’uomo ha voluto raccontare l’esperienza vissuta dai suoi genitori perché la stessa cosa potrebbe accadere di nuovo ad altri anziani, nelle stesse medesime forme.
Poi si rivolge invece all’autore della truffa, usando tutt’altro tono. “Se ci riprovi, fallo quando sono a casa io, così ti prendo e ti porto a casa mia per 10 giorni. Dieci lunghi estenuanti giorni per te. Quando esci manco tua madre saprà più chi sei. Ti aspetto. Prova. Fammi vedere che sei furbo con chiunque e non solo con gli anziani. Non vedo l’ora di accarezzarti”. Ma sicuramente il sedicente sportellista delle poste declinerà l’invito…
”Abbiamo perso un anello, possiamo controllare?” Entrano in casa e saccheggiano tutto