Roma. Ormai le passeggiate tranquille non esistono più. E questo, non solo a causa del turbocapitalismo, o del selvaggio traffico romano che non rallenta nemmeno nel fine settimana: tavolini, buttadentro, offerte del giorno, effigie di menù in bellavista e il frastuono visivo delle insegne. È il via vai continuo che c’è a due passi dal Pantheon, che rende ogni avventore un avventuriero temerario e sprezzante del casino. E, poi, certo, c’era (e c’è) anche il Covid.
Roma: tavoli selvaggi tra le vie del centro
Evitare gli assembramenti in queste strade è praticamente un’operazione utopistica, impossibile da concretizzare. Il motivo? La presenza massiva di tavoli e tavolini che rendono il passaggio molto stretto, sconfortevole e poco praticabile da chi vorrebbe rilassarsi per le vie del Centro. Sono quegli stessi tavolini che il Municipio aveva anche tentato di togliere qualche mese fa ma, a quanto pare, con scarsissimi risultati.
Lotta selvaggia per lo spazio
Di fatto, la cucina e l’offerta per quelle vie è essenzialmente omogenea, con pochissime differenze tra loro: ed ecco, quindi, che a fare la differenza è proprio la presenza dei tavoli, la loro disposizione. Poi, c’è la Primavera ormai entrata a pieno regime: e la guerra dei tavoli non poteva che aumentare a dismisura. Il Covid ha certamente cambiato anche la percezione di mangiare la chiuso: ora è corsa ai tavolini all’aperto tra turisti e non.
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Municipio I sotto inchiesta
L’equazione è semplice: più tavoli più soldi. E, come anticipato, è proprio il Municipio I quello in cui si sta lavorando maggiormente per contrastare il fenomeno ”selvatico” (per non dire selvaggio) dei tavolini. Dopo due mesi, però, la situazione è nuovamente fuori controllo.
Sequestrati oltre 30 chili di cibo
Ma non è tutto: settimana scorsa, come fa sapere il Messaggero anche, la sezione Nas dei carabinieri ha passato al setaccio diversi locali del centro di Roma, fino ad arrivare a Fiumicino. In questa lunga trafila di controlli, i tavoli sembravano essere uno degli ultimi problemi: diverse le anomalie riscontrate sulla conservazione dei cibi da servire ai clienti. Sequestri altissimi per merce non tracciata, per un totale di oltre 30 chili. Non è stato possibile risalire alla provenienza delle carni e dei salumi. Tra i peggiori, tre locali per cui sono state elevate sanzioni per 11 mila euro.