Nella giornata di domani, martedì 10 ottobre, i tassisti aderenti all’Unione Sindacale di Base sciopereranno per protestare contro il Decreto Legge Asset. Il decreto è stato approvato la settimana scorsa presso le Camere; la novità è che si potranno ampliare le licenze fino al venti percento di quelle attualmente in vigore.
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USB sul piede di guerra
“La causa scatenante è il decreto asset, un elemento negativo è la possibilità di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale“, spiegano dalla sigla. Le proteste delle auto bianche, in passato, ha già creato non pochi problemi alla città. È anche però però che, a prescindere dagli scioperi, le criticità in ordine alla categoria prescindono spesso. I sindacati sono contrari in senso assoluto rispetto all’aumento delle licenze praticamente da sempre, in quanto ne temono la svalutazione. Nei grandi centri urbani, infatti, esiste un mercato di valorizzazione dei titoli autorizzativi i quali vengono spesso venduti anche fino a 120mila euro l’uno. Qualche apertura è arrivata nelle ultime settimane da alcune associazioni di categoria, ma su numeri inferiori a quelli sdoganati dal nuovo provvedimento.
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Le nuove norme
Presso le grandi città risultano operative poco più di 22mila licenze per auto bianche, insufficienti al fine di fronteggiare l’incremento attuale della domanda, in special modo in ordine alle mete turistiche più frequentate. Ora, con le nuove regole, i comuni capoluogo di regione, sedi di aeroporti e città metropolitane, potranno aumentare le licenze fino al 20 percento. Sono in tutto oltre 60; ciò però mediante un concorso straordinario e procedure facilitate. I comuni non dovranno chiedere pareri per i concorsi, salvo la congruità dei prezzi all’Autorità dei Trasporti, mediante il principio del silenzio assenso, in un tempo massimo di 15 giorni. Queste licenze avranno carattere temporaneo o stagionale e possono essere prorogate fino due anni. Semplificata invece la procedura per la doppia guida, sarà sufficiente una comunicazione. Il provvedimento ha aperto anche una disputa tra gli amministratori delle grandi città e il governo. In particolare tra il Campidoglio e il Mimit, con contestazioni reciproche sull’applicazione delle nuove regole.