Roma. Due stupri, uno più cruento dell’altro: S.B. era già stato condannato per una violenza sessuale ai danni di una tassista romana tempo addietro. Ma a quanto pare lo stupratore era recidivo, seriale, perché ora arriva per lui anche un’altra condanna a 2 anni e 10 mesi dalla prima sezione penale di piazzale Clodio per aver molestato sessualmente all’interno di un ascensore una ragazza di 17 anni. Questi ultimi fatti risalgono al mese di giugno 2014. Sono fatti drammatici che sempre più spesso continuano a caratterizzare la cronaca locale, e spesso le condanne, come in tal caso, non pare siano in grado di arginare gli eventi. Soprattutto, dopo un avvenimento di tale portata diventa difficile per le vittime essere in grado di fornire dettagli e di identificare il loro aggressore, a causa del panico, della paura e del trauma riportato. Nel caso della minorenne, però, è andata diversamente, perché dopo un primo momento di difficoltà, la ragazza è riuscita ad identificarlo grazie alle foto pubblicate sui giornali.
Roma, aveva pestato e stuprato una tassista in preda ad un raptus: ora torna libero
Stupratore seriale: arriva un’altra condanna
All’epoca dei fatti, come riportato anche da la Repubblica, l’uomo aveva 34 anni, e sfruttò l’occasione per abusare sessualmente della ragazza minorenne all’interno di un ascensore. La ragazza, dopo il triste e drammatico evento, aveva in un primo momento denunciato la violenza, senza però riuscire a fornire agli inquirenti l’identità del molestatore. Solamente tempo dopo, la vittima riuscì a riconoscere S.B. dalle foto pubblicate sui giornali dopo lo stupro della tassista avvenuto nel maggio del 2015.
L’aggressione alla tassista l’8 maggio del 2015
Due aggressioni sessuali gravi. Nel caso della tassista, il soggetto venne condannato a 7 anni di carcere in appello. Dopo aver scontato la pena, era tornato libero nel giugno scorso. In quella cruenta dinamica, il soggetto era stato accusato di aver picchiato, violentato e anche rapinato l’8 maggio del 2015 una tassista. Da questa si era fatto accompagnare di proposito in una zona periferica della città di Roma, isolata da tutto e da tutti. Poi, una volta sul posto aveva dato inizio alle sue violenze. I giudici, per questo, oltre al carcere, avevano disposto anche una provvisionale di 30mila euro in favore della vittima e di diecimila euro in favore del Comune di Roma. Interrogato sulla vicenda, l’uomo aveva ammesso i fatti a lui contestati, sostenendo di essere stato colto da un raptus.