Roma. Sono passati ben due anni dalla sua morte, ma ancora il suo corpo si trova ‘abbandonato’ in un campo comune del cimitero Flaminio. Un’anziana signora romana che non trova pace neppure dopo il decesso. Nessuna lapide, nessun nome, ma solamente una croce metallica che buca il terreno e un numero identificativo, come se non avesse identità, o come quelle persone decedute che non vengono reclamate dalla famiglia.
Cadavere sparisce da oltre 2 anni a Roma
Ma quel che è peggio è che, dal momento che le tombe servono più ai vivi che ai morti, come diceva il Poeta, succede che i parenti non possono neppure portare fiori sulla sua tomba. Ma perché? Stando a quanto viene ricostruito dalla Procura di Roma, questi sarebbero stati vittime di un raggiro da parte dell’agenzia a cui si erano rivolti per esequie e cremazione. E così, il pm proprio sulla base delle indagini svolte dai carabinieri della stazione di Ostia – come riporta anche il Messaggero – ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa aggravata del titolare della ditta di pompe funebri. Intanto i familiari attraverso il loro legale hanno da tempo presentato un’istanza di sequestro della salma, ma il pm su questo non si è pronunciata. E la signora rimane ancora senza una sepoltura, un qualcosa che avrebbe fatto rabbrividire certamente gli eroi dell’antica Grecia, ma anche noi moderni.
La denuncia dei parenti
A Roma, insomma, può anche succedere di perdersi il morto. Infatti, la sorella e il fratello della 76enne deceduta l’8 ottobre 2020, sono rimasti per mesi senza avere sue notizie. Notizie della salma. I parenti avevano affidato la salma dell’anziana signora ad una agenzia funebre e aspettavano le ceneri da lì a pochi giorni, avendo tra l’altro pagato 2.500 euro tra funerale e spese per la cremazione. Dopo quasi un anno di attesa, il fratello della defunta, esasperato e frustrato per l’attesa, si era così rivolto agli uffici del cimitero, con un’amara scoperta: ”risultava sepolta, ad insaputa di tutti, in un campo dove finiscono le bare prive di tomba” – meglio noto come il campo degli inconsunti. I fratelli dell’anziana in sede di denuncia hanno dichiarato che in quel momento furono ”subito contattati dalla Rsa che, oltre a informarci dell’accaduto, ci suggeriva, qualora ne avessimo avuto bisogno, un’agenzia funebre i cui addetti, a loro dire, si erano presentati presso la struttura e resi disponibili a occuparsi dei funerali e della sepoltura di nostra sorella. Non conoscendo altre agenzie e, peraltro, presi dallo sconforto in quel triste momento, decidemmo di affidarci a quella che ci era stata suggerita” – con tanto di spese pagate in anticipo: ”1.670 euro per il funerale e 851 euro per la cremazione e la successiva dispersione delle ceneri nel Giardino dei Ricordi”. Ora, però, dopo due anni e mezzo, la situazione è ancora in fase di stallo.
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