Stava svolgendo il proprio lavoro quando qualcosa è andato improvvisamente storto e quelle operazioni di routine sono diventate un incubo. Al cento della vicenda un’avvocatessa, abusata dal detenuto che doveva difendere. Si erano incontrati in una delle sale colloquio di Rebibbia per stabilire quale doveva essere la strategia difensiva che l’avvocatessa avrebbe dovuto seguire per l’assistito in Tribunale quando, improvvisamente, quest’ultimo l’ha molestata con tanto di pantaloni calati. A nulla sono valsi i tentativi di opposizione della donna. Ad evitare il peggio l’intervento della polizia penitenziaria.
L’abuso durante il colloquio nel carcere, i fatti
I fatti sono avvenuti nel settembre del 2017. L’uomo – 40enne pluripregiudicato – era uscito dalla struttura penitenziaria solamente pochi giorni fa ed ora dovrà farci ritorno. Ma facciamo un passo indietro. L’uomo era condannato per diversi reati, tra cui spaccio e ricettazione e nel giro di poco avrebbe affrontato un nuovo processo. Il legale al quale si era rivolto ha affidato la vicenda ad un suo praticante in studio. Nel corso dei colloqui i due imparano a conoscersi e l’avvocatessa coglie lo stato di solitudine dell’uomo, per questo lo va a trovare più volte. Tuttavia, l’atteggiamento dell’uomo col passare del tempo cambia, diventando sempre più esplicito fino a manifestare il proprio interesse per la professionista che, all’epoca dei fatti, aveva 30 anni.
Le lettere
Inoltre, il legale ed il detenuto, sotto falso nome, iniziano a scambiarsi delle lettere nelle quali il 44enne esprime il proprio interesse verso la donna che, dal canto suo, gli fa notare quanto la cosa non fosse opportuna in quanto, pochi mesi prima, l’avvocatessa era anche stata sottoposta ad un provvedimento disciplinare per aver intrattenuto una relazione di due mesi con un suo assistito. L’uomo lo sapeva e forse, per questo, si è spinto così avanti nel rapporto.
La violenza e la condanna
La violenza si è consumata nell’ultimo colloquio avvenuto tra i due. Nonostante i dubbi di lei nel presentarsi all’incontro alla fine si era decisa e non appena arriva nella sala l’uomo prova a baciarla. Lei lo allontana mentre il detenuto cerca di sollevarle la maglietta. La donna si divincola dalla stretta, corre in bagno per poi fare ritorno nella sala. Nel contempo, aveva però aveva avvisato gli agenti della Polizia Penitenziaria che poco dopo sono intervenuti. Al suo rientro infatti la donna è stata spinta in un angolo dal 44enne che ha provato ad approfittarsi di lei. L’uomo è stato condannato ieri in primo grado a due anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale.
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