La Guardia di Finanza di Roma ha sgominato una banda di usurai che aveva imprigionato oltre trenta imprenditori e commercianti in debiti insostenibili. Quattro persone sono state arrestate, mentre beni per un valore di 320mila euro sono stati sequestrati nel corso dell’operazione.
La banda di usurai sul territorio di Roma
L’organizzazione criminale, composta da tre uomini e una donna di cui tre romani e un napoletano, operava nel periodo dal 2016 al 2022, accumulando ingenti ricchezze ora confiscate. Il capo dell’organizzazione, un 60enne romano, orchestrava il sistema, mentre sua figlia si occupava di pulire il denaro sporco attraverso lavanderie e attività di lavasecco nel cuore di Roma.
Vittime dell’usura ristoratori, commercianti e imprenditori edili
La Guardia di Finanza è intervenuta mettendo fine alle attività illecite che coinvolgevano ristoratori, commercianti e imprenditori edili in gravi difficoltà finanziarie. Questi ultimi erano costretti a subire tassi di interesse annuali che variavano dal 50% al 120%, trasformando la loro situazione in una vera e propria “cravatta usuraia”. Il meccanismo usuraio si basava sull’emissione di assegni bancari di importo modesto, privi dell’indicazione del beneficiario, che le vittime venivano costrette a emettere. Gli assegni fungevano sia da garanzia per il prestito in contanti, sia come mezzo di restituzione del debito stesso. Questa tattica consentiva agli indagati di avere a disposizione un numero considerevole di titoli di credito per alimentare il flusso di denaro illecito, eludendo al contempo il monitoraggio bancario.
I sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza
Le indagini hanno portato al sequestro di oltre 110mila euro in contanti, assegni in bianco per circa 370mila euro e documentazione dettagliata sulla contabilità delle somme prestate, i nominativi delle vittime e i relativi piani di ammortamento. I finanzieri hanno anche scoperto che i proventi delle attività usuraie venivano in parte riciclati attraverso il versamento su conti correnti di un’impresa di lavanderia e lavasecco gestita dalla figlia del capo dell’organizzazione.
Sequestrati almeno 320mila euro di beni
Il Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Roma ha emesso un provvedimento di custodia cautelare per le quattro persone coinvolte, di cui una è stata posta in carcere e le altre tre agli arresti domiciliari. Un decreto di sequestro preventivo è stato emesso per oltre 320mila euro, mirato alla confisca di denaro e beni riconducibili agli indagati per i reati di usura e riciclaggio.
Le indagini condotte dalla Procura
Il provvedimento segna la conclusione delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica ed eseguite dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma, che ha raccolto gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati. Questi avrebbero praticato prestiti usurai a numerosi soggetti, tutti imprenditori o liberi professionisti in difficoltà economica, con tassi di interesse astronomici.